Page 72 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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72 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
via verso il successo. Su quest’opera di propaganda italiana che dai reparti libici,
nel seno della nostra metropoli, potrà essere diffusa in queste terre, è inutile che
io insista per dimostrarne la bontà e l’efficacia; e perciò raccomando caldamente
a tutti gli ufficiali del Corpo Libico che temporaneamente si trasferisce in Italia,
a rivolgere le loro premure migliori a tale opera, per invogliare e sollecitare i
loro dipendenti ad esprimere nelle loro lettere ai correligionari di quaggiù, siano
questi con noi o nei campi ribelli, sinceramente le impressioni che riportano del
nostro ambiente, della nostra grandezza e dell’esistenza che ad essi abbiamo
saputo e voluto creare nella metropoli per sottrarli, in questo doloroso momento
della loro madrepatria, all’increscioso dovere di agire eventualmente contro i
propri fratelli in rivolta. Tutto ciò senza esercitare pressioni né imposizioni, ma
in modo che lettere e propaganda in esse contenuta abbiano carattere di sponta-
neità. Prego dare assicurazione. Governatore Ameglio 26
Credo che uno degli aspetti importanti da affrontare sia quella di stabilire qua-
li condizioni dovettero sostenere gli ascari libici o almeno comprendere come si
sviluppò il rapporto tra soldati coloniali e popolazione italiana. I libici erano da
poco giunti in Sicilia quando lo stesso governatore Ameglio scriveva una lettera
al Ministro delle Colonie segnalando due importanti problemi che emergevano
dalla corrispondenza che gli ascari inviavano ai loro parenti in Libia:
Quella Italia della quale [gli ascari] tanto avevano sentito parlare e dove
avrebbero dovuto ammirare le più meravigliose bellezze della terra, venne im-
provvisamente a ridursi ai loro occhi, non potendo giudicare altrimenti che da
quello che vedevano, a livello quasi della Libia coi suoi aspetti e, quel che è peg-
gio, con la sua miseria, la miseria dei nostri piccoli centri agricoli, più toccante e
più vera di quella che si soffre qui, aggravata per giunta dallo stato di guerra, una
miseria che, sotto l’aspetto di piccole speculazioni ed industrie occasionali, prese
evidentemente di mira il piccolo peculio degli ascari. […] La seconda delusione
d’indole economica ben più grave della prima e forse più inaspettata, giacché gli
ascari fino ad ora non avevano conosciuto che degli italiani ricchi, relativamente
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a loro, e spesso generosi nel dare.
L’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri conserva una serie di
rapporti stilati tra il dicembre del 1915 e il marzo del 1916 e che sottolineano una
serie di aspetti legati alla convivenza tra soldati coloniali e civili italiani, dove
appare evidente che i libici si dovettero confrontare con una realtà italiana molto
distante da quella che gli stessi italiani in colonia rappresentavano: a fronte di
26 Circolare Riservatissima, prot. N. 281, dal Governo della Tripolitania – Ufficio Politico Mili-
tare al sig. Colonnello Nigra cav. Arturo ed a tutti i Comandanti dei riparti libici che si trasfer-
iranno in Italia, Tripoli 11 agosto 1915, Oggetto: Propaganda italiana da parte dei reparti libici
che si trasferiranno in Italia, in AUSSME, L8, b.5, f.19.
27 Governatorato della Tripolitania a Ministro delle Colonie, 18 settembre 1915, prot. 1363, og-
getto: Ascari Libici. In ASMAE, ASMAI II, pos. 115/3, f. 35.

