Page 437 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto                     437



                alcune batterie sommeggiate, un posto di collegamento e di osservazione del-
                la 46^ divisione, e il nemico dovesse oltrepassare, prima le difese di Costa
                Raunza; poi quelle della linea di Foni, tenute quest’ultima dalla brigata Na-
                poli […] Sta di fatto che per giungere alle mie spalle il nemico dovette sfon-
                dare due linee di difesa, di cui la seconda era particolarmente solida, e sfila-
                re sulla fronte del VII c.d.a., che era affacciato a Luico allo scopo di cogliere
                l’occasione per un contrattacco, al che fu sollecitato ripetutamente invano.
                Certamente se non colse la favorevole occasione, si sarà trovato nell’impos-
                sibilità di farlo; ma è anche certo che il IV corpo fu travolto (quando ancora
                poteva ristabilire la propria situazione sulla sinistra Isonzo) per lo sfonda-
                mento avvenuto al corpo d’armata laterale (XXVII [Badoglio]) e l’impossibi-
                lità che il Vii lo sostenesse ››.
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                Nonostante la genericità delle descrizioni, il documento era di particolare ri-
             levanza perché per la prima volta contestava apertamente la ricostruzione uffi-
             ciale della rotta. L’importanza di tale lettera risultò subito evidente al C. S., tant’è
             che il 18 novembre 1917 Cavaciocchi ricevette in via privata assicurazione che
             la sua lettera era giunta al comando supremo ed era stata rimessa al generale
             della Noce, il quale aveva detto al colonnello Boccacci: “Si vuol far fare al IV
             Corpo la parte del Cireneo, perché non si osa di attaccare pezzi altissimi, alti e
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             medi, ma popolari” . La missiva rimase però lettera morta; prova di ciò fu che,
             nonostante lo stesso Cavaciocchi avesse personalmente scritto a Della Noce per
             essere interrogato, questi gli rispose che non aveva alcun bisogno della sua te-
             stimonianza e che tutti i dati necessari all’inchiesta gli erano stati forniti dal col.
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             Boccacci .
                A questo punto, il 29 novembre, Cavaciocchi scriveva ad Alfieri, nuovo mi-
             nistro della guerra, rinnovando le accuse a Badoglio e confermando la propria
             versione dei fatti:

                   ‹‹Intanto ho saputo che lassù sono state fatte due inchieste: una, non so
                con quale scopo preciso, dall’avvocato generale militare [Tommasi]; l’altra,
                a scopo prettamente militare, dal gen. Negri di Lamporo […] Mi dicono che
                le testimonianze raccolte abbiano smontato il castello architettato da Bado-



             32  AUSSME, Commissione d’Inchiesta su Caporetto, cart. 3 – fasc. Cavaciocchi, lettera di Ca-
                vaciocchi a Porro del 30/10/1917.
             33  Museo Storico del Risorgimento di Milano, archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart.
                16, Memoria concernente, cit., pp. 2-3.
             34  “Caro Cavaciocchi, non ho mai avuto bisogno disturbarla: 1) perché ebbi la lettera scritta al
                gen. Porro; 2) perché mi bastava il col. Boccacci; 3) perché ho escluso qualunque sanzione
                penale. Il mio compito è finito qui e non mi sembra siavi altro da dire”, Lettera di Della Noce a
                Cavaciocchi in data 10 dicembre 1917. La trascrizione di tale lettera è conservata in Archivio
                Centrale dello Stato (d’ora in poi si userà l’abbreviazione ACS), archivio Capello, busta 1,
                fasc. 8, Risposta al questionario del Barone Lumbroso, pp. 9-10.
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