Page 442 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             dalla sua fortissima fibra” . Allora, perché tacque?
                Il 22 ottobre, dopo continui ripensamenti, il comandante interinale della 2^
             armata aveva diramato il seguente ordine ai C.d.A. IV, XXVII e VII:
                   ‹‹Brigata Napoli passa a disposizione del XXVII Corpo d’Armata. XXVII
                Corpo prenda i lavori e il presidio della linea Plezo-Foni-Isonzo. Resta con
                ciò stabilito che la fronte del XXVII Corpo in quel tratto giunge fino all’Ison-
                zo. La difesa del fiume è affidata al IV Corpo, ed in modo particolare alla 46^
                divisione. I pezzi da 70 someggiati che sono sulla fronte Plezia-Foni passano
                pure a disposizione del XXVII Corpo ››.
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                Di fronte alla natura sibillina della frase di Cavaciocchi, il cui C.d.A. aveva fi-
             no ad allora tenuto la linea di Foni, aveva interpellato il comando della 2^ armata
             per ottenere delucidazioni, e gli era stato risposto che “per difesa del fiume [do-
             veva intendersi] l’impedire il passaggio dalla sinistra alla destra, nel tratto corri-
             spondente alla divisione suddetta” . Il 23, tornato Capello al comando, il IV cor-
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             po era stato informato dei nuovi compiti assegnati al VII C.d.A. (Bongiovanni):
                    ‹‹Nella dannata ipotesi che il nemico riesca a sfondare, al VII Corpo
                spetta la difesa di tutta la linea da sud di Monte Jeza al Matajur, prendendo
                contatto, in caso di tale necessità, con le truppe del IV Corpo d’Armata, per
                dominare lo sbocco di Caporetto e coprire la linea del Natisone […] La di-
                fesa dello sbocco della conca Caporetto è dunque basata sull’azione da svi-
                lupparsi dai due caposaldi di Starijski-Vhr e Matajur; peraltro dovrà essere
                anche considerata l’eventualità che, ripiegandosi la sinistra, la difesa debba
                esercitarsi ulteriormente sul fronte Matajur-M. Mia; in tal caso l’azione sulla
                destra del Natisone cade nella competenza del IV Corpo d’Armata ››.
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                Dopo queste ulteriori precisazioni Cavaciocchi aveva provveduto a allonta-
             nare il 2° ed il 9° reggimento bersaglieri, dislocati rispettivamente a Luico, or-
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             mai di competenza del VII C.d.A.,  e a Idersko con un battaglione ciascuno sul-

             48  Testimonianza del Col. Cavallero alla CI, riprodotta in M. Silvestri, isonzo, cit., p. 330.
             49  P. Astengo, La relazione Cavaciocchi sulla battaglia di Caporetto, Salerno, 1982, p. 6. Copie
                originali dattiloscritte di tale relazione sono conservate in AUSSME, Commissione d’Inchiesta
                su Caporetto, cart. 3 – fasc. Cavaciocchi, e in Museo Storico del Risorgimento di Milano, ar-
                chivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 9, fasc. 1, dal titolo Il IV Corpo d’Armata alla
                battaglia di Caporetto .
             50  Museo Storico del Risorgimento di Milano, archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart.
                9, fasc. 1, Il IV Corpo d’Armata, cit., vol. I, cap. V, p. 8. Nella pubblicazione fatta da Astengo
                questo V capitolo, intitolato La relazione e le conclusioni della Commissione d’Inchiesta, non
                è presente, deve quindi ritenersi del tutto inedito.
             51  Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, L’esercito italiano, cit.,
                pp. 118-119.
             52  Il VII C.d.A. fu costituito il 17 ottobre e schierato a “ridosso del costone dal Passo Zagradan
                al Matajur […] col compito di sorreggere le difese avanzate, costituire un rinforzo dietro le ali
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