Page 443 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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la linea M. Plezia-Foni-Isonzo, ed a trasferirli sulla sinistra Isonzo per rinforzare
la 46^ e la 43^ divisione. Nel fare tali spostamenti in un settore così delicato, il
comandante del IV corpo aveva chiesto ripetutamente assicurazioni sulla possi-
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bilità di ritirare le proprie truppe ; il Capo di S. M. del XXVII C.d.A., ten. col.
Pellegrini, aveva confermato che i bersaglieri potevano allontanarsi essendo la
linea di Foni presidiata ormai dalla brigata Napoli.
Nella relazione presentata alla Commissione d’Inchiesta, Badoglio sostenne
invece che i bersaglieri erano stati allontanati prima dell’arrivo della brigata Na-
poli, e aggiunse: “in esecuzione degli ordini ricevuti, lo stesso giorno 22 io mette-
vo la brigata Napoli alla dipendenza della 19^ divisione, coll’ordine di provvede-
re, colle forze indispensabili, alla difesa del caposaldo M. Piatto – M. Uplatanak
e della linea Zagradan – Plezia- Foni – Isonzo, mantenendo il maggior numero
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possibile di reparti in riserva verso la cresta del Kolovrat” . In realtà l’ordine im-
partito da Badoglio era ben diverso dalle disposizioni ricevute, che non lascia-
vano il campo a dubbi o a incertezze. E che esso non fosse frutto di un sempli-
ce errore interpretativo ma rispondesse a intenzioni precise lo dimostrano i con-
citati colloqui che ebbe con Villani. Questi, ragionevolmente preoccupato delle
voci che si diffondevano circa le direttrici dell’attacco nemico, più volte chiese
delucidazioni sull’entità della linea difensiva al proprio superiore. Questi “con-
fermò – come avrebbe ricordato Giulio De Medici, capo di S. M. presso la 19^
divisione, alla Commissione d’Inchiesta – in varie circostanze di limitarla al mi-
nimo indispensabile, essendo intendimento del comando stesso, qualora si fosse
perduta quella linea [linea Plezia – Foni – Isonzo], di eseguire tiro di repressione
sullo stesso M. Plezia” . De Medici avrebbe anche riferito particolari sul con-
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citato scambio di vedute tra Villani e Badoglio circa la questione del M. Plezia:
dei corpi d’armata IV e XXVII, guernire le importantissime posizioni di 2 linea (Kolovrat-Ma-
tajur) manovrare controffensivamente a momento opportuno”. Bongiovanni, nella sua memo-
ria difensiva, ricorderà che “nella conferenza serale del 17 ottobre […] S. E. Capello mi parlò
di progetti controffensivi da svolgersi quando l’attacco nemico, non temuto, anzi desiderato, si
fosse infranto contro la resistenza delle nostre prime linee”, L. Bongiovanni, Il Comando del
VII° Corpo d’Armata nella battaglia di Caporetto, Roma, 1919, p. 9.
53 L’assicurazione che i bersaglieri potevano ritirarsi dalla linea di Foni venne data dal capo di
S. M. del XXVII C.d.A., ten. Col. Pellegrini, al capo di S. M. del IV Corpo, il col. Boccacci,
verso la mezzanotte del 22 ottobre, e confermata la mattina del 23.
54 Museo Centrale del Risorgimento di Roma (d’ora in poi si utilizzerà l’abbreviazione M.C.R.R.),
Carte Capello, busta 898, fasc. 40, sottofasc. 1, Comando del XXVII Corpo d’Armata – Rela-
zione circa l’azione svolta dal XXVII Corpo d’Armata nel periodo ottobre—novembre 1917,
p. 14. Questa relazione pervenne alla Commissione d’Inchiesta dal Comando Supremo in data
26 febbraio 1918. Tale documento viene riprodotto in allegato, pertanto d’ora in poi lo si citerà
come Doc. n. 6.
55 AUSSME, Commissione d’Inchiesta su Caporetto, cart. 3 – fasc. Cavaciocchi, Memoria del
col. Giulio De Medici resa alla CI nella seduta antimeridiana del 13 aprile 1918, p. 4.