Page 451 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto 451
Nell’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Esercito, accanto ai quesiti generali,
si trovano, sotto forma di domande e indicanti, manoscritto, il destinatario, gli
addebiti rivolti dalla Commissione ai principali protagonisti della rotta di Capo-
retto. Molti risposero durante le deposizioni, altri invece per iscritto. E’ sorpren-
dente che - mentre numerosi e gravi furono gli addebiti mossi a Capello, Cador-
na e Cavaciocchi - due soli quesiti, di secondaria importanza e, guarda caso, for-
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mulati proprio da Capello, furono rivolti a Badoglio . Nessuna domanda gli fu
posta sul mancato schieramento sulla destra Isonzo del XXVII C.d.A., nessuna
sulla diversa utilizzazione della brigata Napoli, e neppure sulla scarsa efficienza
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dell’artiglieria del suo corpo . Pur non potendo ricostruire con precisione la data
di compilazione di questi questionari, da alcuni indizi è ipotizzabile che essi fos-
sero stati elaborati tra l’aprile ed il maggio ’18, quando erano già state raccolte le
prime deposizioni. Come era possibile che la Commissione d’Inchiesta, a quella
data, non si fosse accorta che la ricostruzione degli avvenimenti diffusa dal C.
S. non era veritiera? Si poteva ancora credere che lo sfondamento decisivo fosse
avvenuto sulla fronte del IV anziché su quella del XXVII?
Nel febbraio ’18 il governo decise, ritirando gli incarichi precedentemente
assegnati, di mettere a disposizione del Ministero della guerra, pur mantenendo
loro assegni e rango, Cadorna, Capello, Porro e Cavaciocchi, affinché potesse-
ro essere agevolmente interrogati. Era un provvedimento sicuramente di riguar-
do visto che essi erano indicati tra i maggiori responsabili di Caporetto. Stupisce
però che nella lista non comparissero Bongiovanni, Montuori e Badoglio. Per
quanto i tre fossero coinvolti nello sfondamento, nessun’azione fu intrapresa a
loro carico. Nel maggio successivo Zuppelli, nuovo ministro della guerra, si ri-
volse a Caneva in questi termini:
‹‹Nelle ultime sedute della Camera dei Deputati fu da varie parti espresso
81 “Nella parte della relazione del Generale Capello riguardante l’azione del XXVII° Corpo, è
detto che la Brigata Napoli rimase senza ordini ed istruzioni adeguate; che un’azione tempe-
stiva di essa avrebbe potuto dare maggiori risultati, mentre venne impiegata a spizzico; che
con essa V. E. si lasciò sfuggire l’occasione di attaccare il nemico sul fianco quando questo
attaccava il fronte Plezia-Selisce. Cosa può V. E. dire alla Commissione al riguardo?”
“Il Generale Capello per quanto si riferisce all’impiego delle riserve osserva che il XXVII
Corpo disponeva di ben 49 battaglioni e ne tenne soltanto 6 in riserva; ciò in contrasto con gli
ordini generali circa lo scaglionamento delle unità. Voglia V. E. esprimere il proprio pensiero
al riguardo”, AUSSME, Commissione d’Inchiesta su Caporetto, cart. 32.
82 Su tale argomento fu così interrogato Cannoniere “E’ stato da qualche testimone accennato
che le batterie di medio calibro del XXVII° Corpo avevano ordine di non sparare senza au-
torizzazione del Comando di Artiglieria. Può V. S. smentire tale affermazione, e, qualora tale
ordine esistesse, la Commissione gradirebbe conoscere quali ne furono i motivi determinanti
e come poté V. S. escludere che in determinati casi l’intervento delle batterie avrebbe dovuto
essere lasciato all’iniziativa dei comandi in sott’ordine o alla semplice richiesta di comandi di
fanteria interessati”, Ibidem.