Page 454 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 454

454                                                  il 1917. l’anno della svolta



             stra Isonzo, anche se questa vi fu, non poté modificare in nulla i risultati ottenuti
                           88
             dalle altre due” . La ricostruzione di Badoglio appare oggi, in base alla biblio-
             grafia in proposito, del tutto inesatta. La colonna della riva destra Isonzo sopra-
             vanzò sempre quella di sinistra, tant’è che mentre la 46^ divisione (IV), dislo-
             cata sulla sinistra Isonzo, cercava, seppur in gravissime difficoltà, di contrastare
             l’avanzata del nemico, essa fu colta alle spalle dalla colonna che sopraggiungeva
             dalla riva destra e che ne determinò la caduta definitiva.
                Nella seduta pomeridiana dell’11 aprile ’18 Cavaciocchi, interrogato dalla
             Commissione, rilevò come gli schizzi presentati dal C. S., e sui quali Badoglio
             aveva basato la sua narrazione, contenevano gravi inesattezze; entrambi tende-
             vano infatti a confondere la reale dislocazione dei corpi IV, XXVII e VII, in mo-
             do tale da fare cadere le principali responsabilità sul IV C.d.A. E’ singolare che
             la Commissione d’Inchiesta, pur constatando che i rilievi di Cavaciocchi erano
             fondati, non si curò di ricercare i responsabili della falsificazione di quei docu-
             menti che provenivano direttamente da uffici dipendenti dal C. S.
                Alcuni studiosi hanno visto in questa scoperta protezione di Badoglio l’in-
                                    89
             fluenza della Massoneria ; a tale riguardo bisogna ricordare che, nonostante lo
             scandalo suscitato dalle rivelazioni del gen. Fara nel 1913 e la successiva inchie-
             sta giornalistica condotta dal nazionalista Federzoni, la Massoneria nell’Esercito
             continuò ad avere molti proseliti. Si può rilevare che sia il presidente della Com-
             missione d’Inchiesta, l’unico tecnico veramente capace in seno alla stessa, sia
             l’avv. Raimondo erano entrambi esponenti massoni, e che massone era chi ave-
             va istituito l’inchiesta, Orlando, e pure massoni erano i tre generali - Badoglio,
             Montuori e Bongiovanni - salvati da Caneva. Detto questo, però, e pur non esclu-
             dendo affatto l’ipotesi di una influenza massonica nei lavori della Commissione,
             sembra più plausibile che i motivi del salvataggio di Badoglio vadano ricollegati
             a esigenze politico-militari.
                Ancor prima che i risultati della Commissione fossero resi pubblici, il Mini-
             stro della Guerra Caviglia chiese a Caneva “un giudizio sui risultati dell’inchie-
             sta nei riguardi dell’azione del Generale Badoglio nella giornata del 24 ottobre
             1917 e durante il ripiegamento, giudizio da servire di base al Governo per esami-
             nare la nomina di detto Generale a Senatore del Regno” . Questi, convocata la
                                                               90
             Commissione, pose il problema della possibilità di “emettere un parere parziale
             per uno dei generali sottoposti all’inchiesta mentre la relazione ed il giudizio su


             88  Ibidem.
             89  Si veda a riguardo: R. F. Esposito, La Massoneria e l’Italia. Dal 1800 ai nostri giorni, Roma,
                1979, p. 349; A. A. Mola, Storia della Massoneria italiana dall’Unità alla Repubblica, Mila-
                no, 1976, pp. 383-384; Vannoni, Massoneria, fascismo e chiesa cattolica, Roma-Bari, 1980,
                pp. 117-118; Italicus, Il tradimento di Badoglio, Milano, 1944.
             90  AUSSME, Commissione d’Inchiesta su Caporetto, cart. A, Verbale della seduta del 22 febbra-
                io 1919 della Commissione d’Inchiesta.
   449   450   451   452   453   454   455   456   457   458   459