Page 456 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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456 il 1917. l’anno della svolta
corpo, ignorando l’ordine di Cadorna del 10 ottobre “di far gravitare” lo stes-
so “colla massima parte delle proprie forze sulla destra dell’Isonzo”. Inoltre fa-
cendo cenno all’utilizzo della brigata Napoli, ricordava che essa “fu assegnata
al XXVII Corpo solamente nel pomeriggio del 22 ottobre e che i movimenti per
l’occupazione della zona ad essa assegnata furono compiuti in parte nella notte
22-23 e in parte nella notte 23-24”; in tal modo la Commissione d’Inchiesta elu-
deva il problema della disposizione della brigata. In ogni caso il giudizio su Ba-
doglio era positivo:
‹‹Il Generale Badoglio fu coinvolto nella disfatta pur tentando con ogni
mezzo di impedirla e di fronteggiarla e la Commissione – mentre riconosce
che alla sua azione nella preparazione e nella difesa non si possono muovere
che lievi critiche, le quali attingono ai fatti compiuti, si mantengono nel cam-
po dell’opinabile e in parte traggono radice da fatti indipendenti dalla sua
volontà – constata come risalti in luce anche nei giorni più dolorosi del disa-
stro la sua figura di grande e valoroso soldato››.
Le conclusioni della commissione d’Inchiesta.
Nell’estate del 1919 la politica italiana non andò in ferie. Naufragato il go-
verno Orlando nei flutti dell’Adriatico, il nuovo presidente Nitti si trovò ben
presto ad affrontare, malgré tout, la patata bollente dei risultati della Commis-
sione d’Inchiesta. A partire da luglio i principali giornali italiani si sforzarono di
ricostruire i risultati della Commissione sulla base di fughe di notizie. Proprio
per bloccare lo stillicidio delle indiscrezioni, che non rasserenavano gli animi
già scossi dal “tradimento alleato”, il governo decise di pubblicare, nonostante
Roma fosse attanagliata dallo sciopero dei tipografi, il II volume dell’inchiesta,
quello sulle cause e sulle responsabilità della sconfitta.
Nelle conclusioni finali, la Commissione fissava responsabilità sia personali
sia militari, a carico di Cadorna, Capello e Porro, ai quali si riferivano pure quel-
le personali, mentre rivolgeva critiche minori a Montuori, Bongiovanni e Ca-
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vaciocchi . I risultati della Commissione suscitarono scalpore e da più parti fu
chiesta l’adozione di provvedimenti severi nei confronti dei responsabili: qual-
cuno invocò persino il loro deferimento a un alta corte di giustizia . D’altron-
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de il governo Nitti era deciso a far sì che non si parlasse più né di Caporetto né
della Commissione d’Inchiesta. Il gen. Albricci, incaricato, come Ministro del-
93 Commissione d’Inchiesta su Caporetto, Dall’Isonzo al Piave, Vol. II, le cause e le responsa-
bilità, Roma, 1919, pp. 555-557.
94 “Secondo noi la Camera non può prendere altra deliberazione di fronte ai risultati dell’in-
chiesta. La Camera non può giudicare poiché il suo giudizio sarebbe sempre sospetto di parte
politica. Essa non può che prendere atto della Relazione e deferire gli accusati all’Alta Corte
di Giustizia”, In stato d’accusa in “Il Dovere” del 28-29/8/1919.