Page 461 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto 461
Caporetto. Mai previsione si rivelò più fallace, anche perché egli invece di asse-
condare la linea di clemenza generalizzata proposta da Albricci, sicuramente più
lungimirante del suo presidente, fece in modo di provocare nuove ingiustizie e
di alimentare rinnovati rancori. Nel bollettino ufficiale militare del 2 settembre
vennero rese note le decisioni del governo: Cadorna, Capello, Porro e Cavacioc-
chi furono collocati a riposo d’autorità, mentre Montuori e Bongiovanni furono
messi a disposizione del Ministero.
Quali che fossero i motivi che spinsero Nitti ad assumere queste decisioni -
pressione della stampa e dell’opinione pubblica, captatio benevolentiae presso i
socialisti - fatto sta che esse determinarono frattura tra il presidente del consiglio
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e Albricci , e provocarono proprio quella ripetizione dell’inchiesta che il Mini-
stro della guerra aveva strenuamente cercato di evitare.
La difesa del generale cavaciocchi e le polemiche di douhet.
Scosso dai risultati dell’inchiesta, Cavaciocchi scrisse il 26 agosto una lunga
lettera al ministro Albricci per ribattere le accuse mosse nei suoi confronti dal-
la Commissione; dall’influenza negativa esercitata, in seno al comando del IV
C.d.A., dal suo Capo di S. M. colonnello Boccacci, fino alla mancata realizza-
zione “di un più intimo contatto col settimo corpo d’armata” . Egli concluse
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l’autodifesa ricordando di non aver potuto esporre alla Commissione le proprie
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ragioni non essendogli state mosse contestazioni in merito . In altri termini,
Cavaciocchi lasciava intendere che erano stati violati i più elementari requisi-
ti di giustizia e di diritto alla difesa. Lo stesso generale Bongiovanni, che pure
ben poco aveva da lamentarsi per il trattamento ricevuto, stigmatizzò più tardi il
110 Negli appunti di Albricci conservati presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Esercito ab-
biamo rintracciato due fogli in cui il Ministro della Guerra si lamentava apertamente con Nitti
per i provvedimenti presi nei riguardi di Cadorna e di Porro, “Il Generale Cadorna è stato fatto
oggetto di un provvedimento di Governo per un complesso di cause del quale è giudice e re-
sponsabile il Governo stesso. Come Ministro della Guerra io mi sento in dovere di protestare
contro l’eccesso delle sue parole. Ella deve ricordare che la Commissione stessa riconosce
al Generale Cadorna delle benemerenze accanto agli errori di cui gli si fa carico […] Voglia
pensare on. N. che siamo di fronte ad un uomo in perfetta buona fede, anzi ad un uomo di fede
ardente”; “Non si possono portare accuse che non sono provate contro uomini che si sono tro-
vati in così alte e difficili posizioni. Il Generale Porro avrà commesso errori, le difficoltà della
sua carica saranno state superiori alla sua forza ma il suo allontanamento dall’alto posto da lui
coperto e l’attuale provvedimento di Governo debbono aver provocato sopra di lui un senso
di dolore che noi dobbiamo rispettare. Io protesto contro queste esagerazioni e contro questi
giudizi che non sono assolutamente autorizzati dai fatti”, AUSSME, Commissione d’Inchiesta
su Caporetto, cart. P.
111 Commissione d’inchiesta su Caporetto, Dall’Isonzo al Piave, Vol. II, cit., p. 557.
112 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 10, let-
tera di Cavaciocchi ad Albricci del 26 agosto 1919.

