Page 466 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 466

466                                                  il 1917. l’anno della svolta



                ma, come ho detto a Papa, la mia posizione in materia è, da troppo tempo,
                troppo esplicita e precisa, per non temere che il mio intervento diretto nella
                presentazione sia interpretato in modo da diminuire l’efficacia della petizione
                […] Quanto all’efficacia, sarà quel che sarà. Ma, compiuto questo passo al
                Senato, e cioè alla parte più quieta e più idonea del Parlamento, ti resterà an-
                cora sempre la Camera, e nessuno potrà dire che tu non abbia esperito ogni
                                                                    127
                mezzo per evitare quella via più efficace, ma più … rumorosa ››.
                Il 18 dicembre la petizione di Cavaciocchi fu presentata alla Camera Alta dal
             sen. Vigoni per incarico del sen. Fiorenzo Bava Beccaris, e il 27 dicembre essa
             fu portata ufficialmente in aula.
                La petizione era suddivisa in due parti; una rielaborava le varie memorie di-
             fensive  presentate  dal  generale  torinese  alla  stessa Commissione  d’Inchiesta,
             l’altra esponeva le ragioni del ricorso. In primo luogo Cavaciocchi lanciava un
             duro attacco alla Commissione:
                   ‹‹Una Commissione, composta in prevalenza di avvocati e nel quale non
                v’era che un solo rappresentante dell’esercito, non era la più competente a
                giudicare di questioni prevalentemente tecniche;
                   Le indagini della Commissione non furono, per taluni fatti di somma im-
                portanza, spinte a fondo come la necessità di appurare il vero nell’interesse
                della giustizia avrebbe richiesto;
                   Il giudizio della Commissione, per quanto concerne le responsabilità da
                attribuire ai comandanti dei corpi d’armata IV, VII e XXVII, ha mancato as-
                solutamente di equanimità, negando le responsabilità maggiori e accentuando
                per necessario compenso le minori;
                   Infine in argomenti di così alta importanza […] il sacro diritto alla difesa
                non è stato abbastanza rispettato, sia non facendo tutte le necessarie contesta-
                zioni, sia non rivelando la provenienza di molte accuse ››.
                                                              128
                 In fondo Cavaciocchi si proponeva di inficiare alla base i risultati dell’inchie-
             sta per ottenere un riesame della questione ad opera di una commissione di tec-
             nici, che non avrebbe potuto non rilevare la deficiente azione di Badoglio nelle
             giornate d’ottobre.
                Douhet, colta in maniera acuta la valenza di tale ricorso, concluse un suo ar-
             ticolo, scritto alla fine del 1919, sostenendo essere ormai nota “quale responsa-
             bilità” pesasse “sul generale Badoglio, allora Comandante del XXVII C.d.A.;
             responsabilità che si volle far ricadere su di altri per un malinteso riguardo”; e
             aggiunse “ma la verità è in marcia e nulla potrà arrestarla. Confidiamo che l’Alto



             127 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 10, let-
                tera di Giardino a Cavaciocchi del 7/12/1919.
             128 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 10, Pe-
                tizione del Tenente Generale Alberto Cavaciocchi al Senato del Regno, pp. 2-3.
   461   462   463   464   465   466   467   468   469   470   471