Page 462 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             comportamento tenuto dalla Commissione d’Inchiesta in questi termini:
                   ‹‹Pur senza comminare pene, la Commissione d’inchiesta ha, negli effetti,
                funzionato come un tribunale, anzi come un tribunale senza appello: eppure
                Essa – con procedura che non ha riscontro presso nessun altro Consesso giu-
                dicante, in nessun paese retto da liberi ordinamenti – ha trascurato il primo di
                tutti i diritti, quello di difesa. I suoi propositi di inspirarsi ai superiori concet-
                ti di verità e di giustizia e di precorrere il giudizio della Storia come la pre-
                sunzione di inconfutabilità dei suoi giudizi conclusivi perdono ogni valore, di
                fronte alla procedura arbitraria che Essa ha seguito nell’istruire il dibattito e
                nel rendere le sue sentenze ››.
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                Ad accrescere la scontentezza di quanti erano stati censurati dalla Commis-
             sione, concorrevano non solo le pregiudiziali omissioni di responsabilità, ma an-
             che le modalità del procedimento istruttorio con il quale la Commissione aveva
             condotto i lavori. La clemenza nelle sanzioni avrebbe potuto placare gli animi,
             ma i provvedimenti del governo Nitti fecero aumentare il malumore,
                Il 4 settembre, due giorni dopo le decisioni del consiglio dei ministri, Cava-
             ciocchi scrisse una lunga lettera al <Corriere della Sera>, pubblicata sotto il tito-
             lo Caporetto e il IV Corpo d’Armata. Si trattava di una vera e propria requisitoria
             che contestava i risultati della Commissione d’Inchiesta e che, per la prima vol-
             ta prendeva posizione pubblica sul comportamento del comandante del XXVII
             C.d.A., del quale metteva in rilievo le disubbidienze. Inoltre, essa illustrava la
             “trappola di Volzana” progettata proprio da Badoglio:

                   ‹‹Ma altra cosa che la relazione tace, che pure era notoria, per avere il
                generale Badoglio espresso il suo intendimento una diecina di giorni prima
                dell’attacco nello stesso ambiente del comando della 2^ armata, è che egli
                aveva progettato di lasciare che il nemico sboccasse dalla testa di ponte e
                s’impegnasse nell’attacco, aspettando a fulminare con le artiglierie le sue
                dense colonne quando la via di scampo fosse loro preclusa dall’ardita con-
                tromanovra ideata ››.
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                Frattanto, sostenitore accanito della causa del comandante del IV corpo, di-
             venne il settimanale politico romano <Il Dovere> diretto dal “silurato” Giulio
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             Douhet . I rapporti tra i due erano cominciati già nel marzo 1919, quando ri-
             spondendo a una lettera del generale, Douhet si era mostrato interessato alla sua
             situazione e “deciso ad andare in fondo alle cose con qualunque mezzo”, anche
             perché contava di “potere disporre fra poco di un giornale” suo e “perciò di ave-




             113 L. Bongiovanni Il Comando del VII° Corpo d’Armata, cit.,  p. 38.
             114 Caporetto e il IV Corpo d’Armata, in “Il Corriere della Sera” del 4/9/1919.
             115 Su Douhet si veda, G. Rochat, Giulio Douhet, in “Dizionario Enciclopedico degli Italiani”,
                Roma, 1992, pp. 561-566.
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