Page 47 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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I SeSSIone - SocIetà e guerra. Le crISI deL 1917                     47



             volontari per il fronte d’Oriente considerato più tranquillo. Il bisogno di prendere
             le distanze, di darsi il tempo di respirare fu reale. Inoltre la voglia di comportarsi
             come cittadino-soldato, di ammutinarsi per migliorare il modo di fare la guerra,
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             per vincere realmente, abitò  anche la mente di molti veterani . Molto spesso, i
             ribelli erano in effetti fieri di aver fatto il loro dovere. E talvolta, il sentimento di
             ingiustizia dei fanti rispetto alla tecnicizzazione dell’esercito che risparmiava il
             sangue degli artiglieri fu più forte.
                Quanto alla repressione, fu ben reale. In totale, 3247 soldati furono oggetto di
             un procedimento giudiziario, 412 furono condannati a morte e 57 fucilati, di cui
             26 per atti collettivi. E 32 ufficiali giudicati incapaci di restaurare la situazione
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             furono puniti, di cui 3 generali e 11 tenenti-colonelli . Alla fine, Philippe Pétain
             riportò la calma anche se in maggio 1917 era per una feroce repressione. Ma
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             lui decise di trattare oramai il soldato come « un operaio della guerra » , con
             diritto al riposo (la licenza), a vantaggi materiali (alimentazione e alloggio) e a
             informazioni sulle operazioni di guerra (le famose chiacchierate degli ufficiali
             vicino ai soldati). In definitiva, la censura fu abbastanza efficace perchè l’opi-
             nione pubblica e i tedeschi non si rendessero conto dell’importanza dell’evento,
             mentre nello stesso tempo, le retrovie attraversavano una crisi morale e sociale
             senza precedenti.
                Il 13 settembre 1917, Abel Ferry scrisse in una lettera : « Gli scandali sono
             dappertutto. Non si sa più con chi pranzare e neanche a chi stringere la mano. La
             schiuma della Francia che é rifluita sulle retrovie, getta fango sull’eroismo della
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             prima linea » .
                Scioperi a sfondo sociale (e non pacifista) scoppiarono a causa dell’infla-
             zione, degli stipendi troppo bassi, del razionamento, del ritmo di lavoro aumen-
             tato eccessivamente. Le sarte parigine furono le prime a fare sciopero l’ 8 gennaio
             1917, poi operai e operaie delle fabbriche di guerra fecero lo stesso per aumen-
             tare le paghe (100 000 nella regione parigina, poi 300 000 nella provincia). In
             marzo, l’industria edile e la funzione pubblica furono toccate. Il 1° maggio 1917
             divenne una grande giornata di protesta e in giugno l’industria dell’armamento
             conobbe disordini. Anche lavoratori borghesi italiani venuti in Francia durante la
             guerra causarono problemi. Durante la primavera 1917, 10 000 transalpini, posti
             sotto al controllo del Genio militare francese, si misero in sciopero, provocando
             l’ira e lo sdegno profondo dei militari francesi che li comandavano. L’immagine




             19  AUDOIN-ROUZEAU STéPHANE, BECKER ANNETTE, Retrouver la Guerre…, op. cit.,
                pp. 127-128.
             20  ROLLAND DENIS, La grève des tranchées…, op. cit., pp. 380-398.
             21  COCHET FRANÇOIS, Mutineries en France (1917), cit., pp. 743.
             22  FERRy ABEL, Carnets secrets…, op. cit., p. 247.
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