Page 52 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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52 il 1917. l’anno della svolta
nemica e il 5 novembre, il giornale di sinistra adottò una posizione chiaramente
disfattista : « Le informazioni ottimiste pubblicate da corrispondenti di guerra e
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agenzie amiche non hanno, per noi, che il valore di una ipotesi plausibile » . Bi-
sognò aspettare il telegramma di Foch il 15 novembre perché l’opinione francese
fosse rassicurata : « La situazione sulle posizioni attualmente tenute dall’esercito
italiano sembra migliorare sensibilmente a suo vantaggio, il morale sembra, in
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linea di massima, sollevarsi » . Così undici divisioni, sei francesi e cinque bri-
tanniche, si ritrovarono sul fronte italiano in dicembre, malgrado il fatto che gli
Alleati mancassero di uomini. L’ombra della sconfitta planava in effetti sulla
teste delle Alleati.
I bolscevici, al potere fin dal 7 novembre, firmarono l’armistizio il 15 di-
cembre e i Tedeschi poterono accelerare il transferimento delle loro truppe
dall’Est all’Ovest, rinforzando la loro superiorità numerica. Ora, in Francia, la
situazione stava divenendo peggiore. Certo, la legge Mourier del 10 agosto 1917
permise di spedire al fronte gli imboscati, rinforzò le misure d’incorporazione
di chiamata alle armi di quanti godevano di un rinvio ma la legge non diede
grandi risultati. Il comando francese doveva in effetti tenere conto dei bisogni
dell’interno e dell’industria. Così, 161 000 uomini erano stati tolti dall’esercito
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dal 1 luglio 1916 al 1 luglio 1917 e 140 000 tra il 1 luglio e il 1 novembre
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1917 . Il 30 ottobre 1917, Pétain scrisse al ministro della Guerra : « Il ministro
dell’Armamento mi segnala che stà per trovarsi, a causa della mancanza della
mano d’opera necessaria, nell’impossibilità assoluta, non solo di realizzare in
tempo voluto il nuovo programma industriale, ma anche di mantenere stazio-
naria la produzione ; mi chiede di conseguenza di mettere a sua disposizione i
non agricoltori della classe 1891 [1871 per gli italiani]. La diminuzione degli
effettivi delle armate del Nord-est e l’importanza crescente dei lavori da eseguire
nella loro zona impediscono di pensare di prendere questa misura e altre misure
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provocando un nuovo rinvio di uomini all’interno » . Anche la mano d’ope-
ra straniera (cinese, malgascia, indocinese, prigioniera, nordafricana) rimaneva
insufficiente perché, il 30 ottobre 1917, Pétain stimava « il bisogno attuale di
mano d’opera in zona di guerra, tenendo conto dei bisogni più urgenti, in 70
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000 uomini » . Certo, il governo italiano e il comando supremo accettarono di
mandare in Francia a dicembre, 11 000 lavoratori militari organizzati in Centurie
33 Les forces italiennes se sont repliés sur le Tagliamento. Sera-ce la ligne de résistance contre
l’effort austro-allemand ?, « L’Humanité », 2 novembre 1917, prima pagina ; Sur le front ita-
lien. Pour franchir le Tagliamento, ivi, 5 novembre 1917, prima pagina.
34 FOCH FERDINAND, Mémoires…, op. cit., vol. 2, p. XLI.
35 PEDRONCINI GUy, Pétain, général en chef…, op. cit., p. 37.
36 SHD-DAT, 16 N 2440/3 : lettera del comandante in capo delle armate del nord e del nord-est
n° 38.182 al ministro della Guerra, GQG le 30 ottobre 1917.
37 Ibid.