Page 472 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             dorna scriveva al figlio in questi termini:
                   ‹‹Saprai che Pistoja e Pecori fanno parte di una commissione per giudi-
                care del ricorso di Cavaciocchi. La relazione sarà molto probabilmente pub-
                blicata […] Da essa risulta:
                1) Che la commissione attribuisce la causa di Caporetto al disfattismo.
                2) Che le perdite furono minime.
                3) Che Badoglio non eseguì il mio ordine della contropreparazione di fuoco.
                4) Che Badoglio non ricevette l’ordine di passare in destra Isonzo la maggior
                   parte del XXVII C. A. perché Montuori, comandante interinale della 2°
                   Armata, trascurò di trasmetterlo!
                5) Che, a cavallo dell’Isonzo, contro la 12^ divisione slesiana, Cavaciocchi
                   organizzò una debole difesa e Badoglio lasciò libero il varco! Tutto questo
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                   dovrà saltar fuori ed allora vedremo! ››.
                Persino Badoglio, direttamente implicato nell’inchiesta, aveva provveduto,
             già a partire dal luglio, a redigere un’accurata relazione sugli avvenimenti del 24
             ottobre e l’aveva inviata personalmente a Bonomi . Il fatto che il Capo di S. M.
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             avesse compilato la sua relazione prima delle decisioni finali della Commissione
             delle petizioni del Senato, testimoniava sì la ferma volontà di non vedere offu-
             scato il proprio prestigio, ma indicava altresì la preoccupazione che le accuse di
             Cavaciocchi avrebbero potuto trovare credito presso la Commissione, prima, e
             il ministero, dopo. In quel periodo Badoglio non solo doveva preoccuparsi del-
             la riforma dell’esercito, ma pure guardarsi dai numerosi nemici che piano pia-
             no si andavano coalizzando per limitarne il potere; come dimostrava l’avvallo di
             Giardino all’azione di Cavaciocchi. In un situazione nella quale erano in gioco le
             sorti dell’esercito, e, soprattutto, la stessa posizione di Capo di S. M., Badoglio
             si preoccupava comprensibilmente di qualsiasi ombra potesse ledere il proprio
             prestigio. In effetti negli interrogatori resi e nelle memorie inviate tra il novem-
             bre e il dicembre ’20 il generale torinese, nell’analizzare le cause della sconfit-

                1922, fu demandata ad una apposita commissione tecnica. Il responso di questa commissione
                mitigò i giudizi espressi dalla Commissione d’Inchiesta sull’ex-comandante della seconda ar-
                mata. Sulle vicende di questa commissione si veda, L. Capello, N. 3264 (Generale Capello),
                Busto Arsizio, 1946, pp. 238-271 ed anche G. Rochat, Luigi Capello, ”Dizionario Enciclope-
                dico degli Italiani”, Roma, 1975, pp. 500-501.
             146 L. Cadorna, Lettere famigliari, Milano, 1967, pp. 282-283.
             147 “In seguito alle accuse mosse alla mia azione di comando nella giornata del 24 ottobre 1919
                [errore di Badoglio] dai tenenti generali Capello e Cavaciocchi, ho ritenuto opportuno ristabi-
                lire la verità degli avvenimenti compilando una relazione strettamente documentata sull’ope-
                rato del XXVII Corpo nella battaglia di Caporetto. Credo doveroso rimettere tale relazione a V.
                E. per Sua conoscenza e per quell’uso che crederà di farne”, in ACS, Archivio Bonomi, busta 2,
                fasc. C. III. 4, Lettera di Badoglio a Bonomi del 9/7/1920. Si tenga presente che la relazione di
                Badoglio non è conservata, nè presso l’Archivio di Stato di Mantova, originaria sede dell’Ar-
                chivio Bonomi, nè nelle copie trasmesse all’Archivio Centrale dello Stato di Roma.
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