Page 475 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             doglianze” . Il documento, fermo restando questo punto, precisava poi:
                   ‹‹Le vicende della 2^ armata, delle quali quelle del Generale Cavaciocchi co-
                stituiscono un episodio, sono così grandi per portata e conseguenze, che, in cor-
                rispondenza, gravissime ed estese a molte persone sono le responsabilità che ne
                derivano. Di queste diverse responsabilità, talune vennero giudicate e colpite, al-
                tre no››.

                Nonostante questo attenuante giudizio, e sulla scorta delle testimonianze di
             Cadorna e Capello, la Commissione esprimeva una severa critica sulle doti di co-
             mandante del generale Cavaciocchi, in quanto “pur dotato di non comune intelli-
             genza, di vasta cultura, esperto nei lavori di ufficio, non è ugualmente provvisto
             delle qualità di condottiero che tanto influiscono sullo svolgersi delle azioni di
             una grande unità di guerra”. Questo giudizio, in parte condivisibile, non poteva
             comunque deresponsabilizzare quanti avevano aggravato la situazione tattica del
             IV C.d.A. durante la battaglia.
                Passando alle risposte dell’ex–comandante del IV C.d.A. ai questionari, Pe-
             cori–Giraldi analizzava finalmente le accuse rivolte a Badoglio. Per quello che
             riguardava la mancata dislocazione sulla riva destra dell’Isonzo di gran parte del
             XXVII corpo, l’ex–comandante della 1^ armata, dopo aver sottolineato che ta-
             le ordine non era pervenuto esplicitamente a Badoglio, metteva in rilievo che:
                   ‹‹Comunque sia, bisogna riconoscere che in realtà tanto per l’estensione
                quanto per la natura del terreno sul quale si sviluppavano le linee difensive di
                detto corpo d’armata, esso non gravitava colla massima parte delle sue forze
                (di fanteria almeno) sulla destra dell’Isonzo››.
                In effetti, come si è visto, fu proprio il Comandante interinale della 2^ armata
             a modificare l’ordine; quel che stupisce è che né la Commissione d’Inchiesta, né
             la stessa Commissione Quarta avessero sanzionato in maniera grave questo erro-
             re o, quantomeno, avessero chiesto delucidazioni a Montuori. In ogni caso, se su
             questo argomento Pecori–Giraldi era stato particolarmente evasivo, preciso si ri-
             velò nell’enucleare la giustezza degli addebiti mossi da Cavaciocchi a Badoglio
             in relazione all’impiego della brigata Napoli:
                   ‹‹Non pare dubbio che se la strada di destra Isonzo fosse stata, come
                avrebbe dovuto, validamente sbarrata, la marcia della 12^ divisione slesiana
                su Idersko non avrebbe proceduto così facile e sollecita, ed è opinabile che
                il IV° Corpo avrebbe potuto alla meglio o alla peggio parare alla minaccia.
                Il comandante del XXVII° corpo nella sua relazione quasi sorvola sopra tale
                avvenimento, che pure nei riguardi della resistenza delle truppe del IV° cor-
                po bisogna ammettere ebbe conseguenze immediate e gravissime. Interrogato



             153 AU, Appunto di Pecori–Giraldi a S. E. L’on. Ivanoe Bonomi del dicembre 1920. Tale nota
                viene riprodotta in allegato come Doc. n. 1.
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