Page 474 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                quella che ho esposta […] Io sono rimasto gravemente turbato dall’idea che
                si ponessero in dubbio le mie affermazioni, che confermo sul mio onore e su
                quanto ho di più sacro e di più caro ››.
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                Appare evidente che la Commissione si preoccupava sì di accertare la verità,
             ma, anche e soprattutto, di demolire le accuse tecnico – militari che il comandan-
             te del IV corpo, già dal 30 ottobre ’17, aveva rivolto a Badoglio.
                A sostenere la parzialità della Commissione Quarta non fu solo Cavaciocchi.
             Il deputato Giuseppe Bevione, probabilmente su pressione del generale torinese,
             in un appunto a Bonomi, datato 31 dicembre 1920, mise in risalto le contraddi-
             zioni dei lavori della Commissione:
                   ‹‹la questione tecnica concerneva, in linea principale, la validità delle
                censure, mosse al gen. Cavaciocchi dalla Commissione d’inchiesta per Ca-
                poretto senza contestargliele e dargli in tal modo possibilità di difendersi; in
                linea secondaria rifletteva la responsabilità di altri comandanti, e in partico-
                lare di quello del XXVII corpo d’armata […] Il questionario, sottoposto dalla
                Commissione, presieduta dal Senatore Quarta al generale Cavaciocchi, ver-
                teva unicamente sulla linea secondaria, anzi aveva attinenza quasi esclusiva
                sulle responsabilità del gen. Badoglio, con evidente tendenza a cercare atte-
                nuanti […] Sulla linea principale il gen. Cavaciocchi fu interrogato solo per
                la sua insistenza, non trovò opposizioni né contestazioni, propose testimoni
                che non furono interrogati ››.
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                Bevione fece osservare che l’atteggiamento deferente, mantenuto dal generale
             durante gli interrogatori, era giunto al limite; e “se, peraltro, il gen. Cavaciocchi
             ha creduto di spingere fino a questo punto la propria generosità, non è disposto
             alla rassegnazione evangelica qualora neanche questa volta gli siano date le ripa-
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             razioni cui ha diritto” . L’avvertimento di Bevione non era troppo velato, sicché
             è da ritenere che sia il Ministro sia la Commissione ne abbiano tenuto conto. In-
             fatti, mentre Bevione si rivolgeva al ministro della guerra, la Commissione Quar-
             ta delineava già un primo abbozzo delle conclusioni. Questo, indirizzato perso-
             nalmente a Bonomi e scritto di pugno da Pecori–Giraldi, nel preambolo, pur so-
             stenendo che Cavaciocchi tentava di addossare ad altri le proprie responsabilità,
             sottolineava che “la Commissione” si era limitata “ad esporre, nell’ambito della
             petizione Cavaciocchi, in linea equitativa, ciò che le” era “risultato di tale dispa-
             rità di trattamento, la quale disparità” costituiva “la ragione essenziale delle sue


             150 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 16, ri-
                sposte del generale, cit.
             151 Museo del Risorgimento di Milano, archivio della Guerra, Fondo Cavaciocchi, cart. 16, in-
                terpellanza presentata al Ministro Bonomi dall’on. Bevione in data 31/12/1920. Questo ap-
                punto è riprodotto in allegato con la denominazione di Doc. n. 4.
             152 Ibidem.
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