Page 489 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                Al proposito del console transalpino a Porto Said, Laffon, il comandante ita-
             liano avvertiva il governo che aveva avuto modo di conoscerlo a Rodi, dove era
             stato inviato in qualità di diplomatico fin dai tempi dell’occupazione italiana del
             Dodecaneso. Aveva svolto un’intensa opera a favore degli interessi del suo Paese
             in palese contrasto con quelli italiani. Abile propagandista, grande organizzatore,
             astuto, la sua presenza in Palestina sorprendeva D’Agostino ed era evidente che
             Parigi lo avesse mandato in quel teatro di guerra per agire diplomaticamente.
                Per quanto concerne il distaccamento italiano, nell’attesa di conoscere la de-
             stinazione in Palestina, i carabinieri erano impiegati in qualità di complemento
             delle truppe inglesi nel servizio di polizia nel quartiere arabo mentre i bersaglieri
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             si cimentavano in esercitazioni e gare di tiro .
                Alla fine di maggio, si verificarono gravi risse di carattere religioso e anche
             politico tra gruppi di militari francesi, algerini, marocchini, siriani e gli abitanti
             arabi e i militari italiani furono chiamati a intervenire per sedare queste tensioni
             comunque costantemente serpeggianti.
                Nei suoi rapporti chiaramente volti all’esaltazione del distaccamento, D’A-
             gostino descrive i soldati di bella prestanza fisica, ben vestiti, ottimamente equi-
             paggiati e aitanti tanto da rendere evidente la differenza qualitativa con il contin-
             gente francese, le cui qualità venivano puntualmente minimizzate.
                   «Il distaccamento  francese all’arrivo  del nostro ha fraternizzato  con
                esso poscia forse per la superiorità fisica e di uniforme nostra. […] Appare
                fisicamente piuttosto scadente e non molto curato nell’uniforme» .
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                Il contegno dei comandi locali, degli ufficiali inglesi e francesi e il vivo in-
             teressamento del tenente Rodd per il contingente italiano facevano credere a
             D’Agostino che i britannici volessero controbilanciare o sminuire l’influenza
             transalpina sulla zona.
                La colonia italiana di Porto Said, circa quattromila persone, fraternizzò im-
             mediatamente con i militari mettendo a disposizione le proprie abitazioni per
             ospitare gli ufficiali. Il distaccamento era tenuto a rispettare gli orari di libera
             uscita in vigore presso le truppe francesi e britanniche ossia dalle 15 alle 18.
             I soldati avrebbero voluto posticipare l’orario per passeggiare nelle ore serali
             ma molti di loro, soprattutto australiani e neozelandesi, gozzovigliavano nelle
             locande abusando di birra e liquori. Dopo le prime settimane, i militari italiani
             si distinsero per la «notata sobrietà» e ottennero, a differenza degli altri distac-
             camenti, il permesso di poter uscire liberamente tra le 17 e le 20. Il comandante
             della piazza si complimentava per l’estrema correttezza del distaccamento. In



             23  Il carabinieri si distinsero per la professionalità nello svolgimento della mansione assegnatagli e
                dopo qualche giorno vennero impiegati in servizio indipendente anche nel resto della città.
             24  A. Battaglia, op. cit., p. 129.
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