Page 58 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             elementi antipatriottici e progressivamente marginalizzati nella vita pub-
             blica. Nei mesi seguenti, questa ostilità sarebbe cresciuta quanto più la
             partecipazione al conflitto avrebbe assunto – nella propaganda dell’am-
             ministrazione e agli occhi dell’opinione pubblica – i toni di una crociata
             contro il “militarismo prussiano” e la realizzazione di un mondo safe for
             democracy, culminando nell’adozione di provvedimenti restrittivi antesi-
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             gnani di quelli posti in essere durante la Seconda guerra mondiale .
                L’entrata in guerra mette in luce la sostanziale impreparazione degli Stati
             Uniti all’impegno bellico e impreparazione che affiora nei problemi limiti che
             essi incontrano, nei primi mesi di partecipazione, nell’affrontare “da pari a pari”
             un’Europa ormai adusa alle realtà della “guerra totale”. Questa impreparazione
             emerge sia sul piano della mobilitazione industriale, sia su quello della costru-
             zione di uno strumento militare adeguato in termini qualitativi e quantitativi. Nel
             primo caso, nonostante gli alti livelli produttivi raggiunti nell’autunno del 1918,
             il problema permarrà fino all’armistizio; nel secondo, i risultati saranno più posi-
             tivi, anche se la fine delle ostilità avrebbe portato al sostanziale abbandono degli
             sforzi fatti sino allora. In entrambi i casi, sull’esito finale pesano vari fattori, che
             vanno dalla difficoltà dello Stato d’imporre il suo ruolo su armi e servizi dotati
             da sempre di ampia autonomia, all’ancora forte impostazione liberista, che osta-
             cola il ricorso a misure che vadano oltre il “semplice” coordinamento dell’ini-
             ziativa privata. Quello che porta alla dichiarazione di guerra è, tuttavia, anche
             il prodotto di una convergenza di varie forze politiche, economiche e sociali.
             Neutralismo e interventismo si mescolano in vari gradi nell’amministrazione e
             nella società americana, traducendosi in equilibri mutevoli e convergenze inatte-
             se. Primo grande impegno del Paese in campo internazionale, il conflitto interro-
             ga gli Stati Uniti sulla loro identità e la loro pretesa di essere Potenza in qualche
             modo “diversa”; un fatto che, a sua volta, si riflette in modo sfaccettato sul loro
             modo predisporre e allestire uno strumento militare che nell’aprile 1917 è ancora
             largamente in fieri. La scomoda figura dell’ex Presidente Theodore Roosevelt e
             il suo “movimento per la preparazione” giocheranno un ruolo importante in que-
             sto processo e anche se usciranno ridimensionati dal confronto con le esigenze
             della mobilitazione, essi rimangono un esempio importante di visone “non orto-
             dossa” del posto che Stati Uniti dovrebbero occupare nel mondo.
             Lo sforzo industriale e produttivo
                Dal punto di vista europeo, l’impatto della dichiarazione di guerra alla Ger-



             2  Sull’esperienza dei tedesco-americani cfr., per tutti, M.J. Manning,  Being  German,  Being
                American,  “Prologue”,  vol.  46  (2014),  n.  2,  pp.  14-22.;  sul  caso  (ancora  più  complesso)
                dell’Austria-Ungheria cfr. N.M. Phelps, ‘A status which does not exist anymore’. Austrian and
                Hungarian enemy aliens in the United States, 1917-1921, “Contemporary Austrian Studies”,
                vol. 19 (2010), pp. 90-109.
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