Page 60 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             zi del 1913) contro i 25 miliardi di dollari dagli Imperi centrali. Fra le Potenze
             dell’Intesa, l’onere maggiore sarebbe ricaduto sulla Gran Bretagna (21 miliardi
             di dollari), seguita dagli Stati Uniti (17 miliardi); sul lato degli Imperi centrali,
             i quattro quinti delle spese (20 miliardi) sarebbero stati, invece, sostenuti dalla
             sola Germania, già colpita da un blocco navale che nel solo 1915 aveva determi-
                                                                        6
             nato una contrazione sia dell’import che dell’export di oltre il 50% .
                L’industria statunitense avrebbe infine trovato nella guerra un importante fat-
             tore propulsivo. Nonostante le critiche avanzate da quanti – all’epoca – hanno
             accusato di eccessiva lentezza il sistema di mobilitazione, fra il 1916 e il 1918,
             l’indice della produzione industriale sarebbe lievitato, passando da 100 a 139;
             nello stesso periodo il Prodotto nazionale lordo (PNL) sarebbe passato da 46
             a 69,7 miliardi di dollari (anche se, in termini deflazionati, l’aumento sarebbe
             stato molto più contenuto: 49,6 miliardi nel 1918 di dollari ai prezzi del 1916 e
             48,1 miliardi nel 1919); le spese del bilancio federale sarebbero passate da 1,33
             a 15,58 miliardi di dollari e quelle per la Difesa (Esercito + Marina) da 477 a
             8,58 mln. di dollari . La Tabella 1 sintetizza i risultati dell’industria statunitense
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             in una serie di settori-chiave della produzione bellica (l’ultima colonna illustra la
             produzione che si sarebbe avuta proiettando su base annua i risultati del mese di
             massima produzione; in genere l’ottobre 1918).
                Il valore di questi risultati appare più evidente se si considera come, pur es-
             sendo stati gli Stati Uniti i principali fornitori dell’Intesa durante gli anni della
             neutralità, al momento dell’arrivo in Francia, l’operatività dell’AEF dipendes-
             se largamente dalle forniture alleate. L’industria francese, ad esempio, avrebbe
             fornito all’AEF (American Expeditionary Force) circa 2.000 cannoni da 75mm
             Modèle 1897; i pezzi da 155mm (Schneider C17S e GPF) delle batterie pesanti e
             514 carri leggeri Renault FT-17, che avrebbero rappresentato il grosso dell’AEF
             Tank Corps. Dati i limiti dell’industria nazionale, Washington avrebbe siglato
             con Parigi contratti per la fornitura entro il 1° luglio 1918 di 5.875 aeroplani
             di varie tipologie: 725 caccia Nieuport da addestramento, 150 caccia SPAD da


             6  Sul blocco alleato della Germania cfr. N.P. Howard, The Social and Political Consequences of
                the Allied Food Blockade of Germany, 1918-19, “German History”, 11 (1993), n. 2, pp. 161-
                88; cfr. anche C.P. Vincent, The Politics of Hunger. The Allied Blockade of Germany, 1915-
                1919, Athens, OH, 1985, e E.W. Osborne, Britain Economic Blockade of Germany, 1914-19,
                London - New york, 2004; sugli effetti del blocco sulla popolazione cfr. B. Bianchi, L’arma
                della fame. Il blocco navale e le sue conseguenze sulla popolazione civile (1915-1919), “DEP
                - Deportate, Esuli, Profughe. Rivista Telematica sulla Memoria Femminile”, n.13-14, 2010,
                all’indirizzo Internet:  http://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/  dipartimenti/
                DSLCC/documenti/DEP/numeri/n13-14/03_Dep_13_14_2010Bianchi.pdf.
             7  Per un’analisi più dettagliata degli effetti che il conflitto avrebbe avuto sull’economia statu-
                nitense cfe, in sintesi G. Pastori, La prova del fuoco. La Prima guerra mondiale e il sistema
                industriale statunitense, in P.P. Poggio - P. Redondi (a cura di), L’industrializzazione della
                guerra/L’industrialisation de la guerre, Brescia, 2017, pp. 71-84.
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