Page 63 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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I SeSSIone - SocIetà e guerra. Le crISI deL 1917 63
le forniture sarebbero state caratterizzate fino al termine del conflitto da ineffi-
cienze e squilibri. Per esempio, a fronte di una produzione complessiva di 30,6
milioni d’inneschi (primers) per proietti da 75mm e di 26,8 milioni di bossoli
(cases), le spolette prodotte sarebbero state appena 12,0 milioni, i corpi (bodies)
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13,9 milioni e le cariche di lancio (boosters) 10,9 milioni .
L’impegno militare
Sul piano militare, il contributo statunitense alla Prima guerra mondiale
avrebbe sfiorato i 4.000.000 di uomini, di cui la metà circa presente sul campo
al momento della firma dell’armistizio di Compiègne (11 novembre 1918), pre-
valentemente sul fronte franco-belga; sul fronte italiano, tale presenza sarebbe
stata limitata al 332° reggimento fanteria e ai suoi servizi di supporto, al per-
sonale dell’Army Air Service inquadrato nei reparti volo italiani e a quello del
Corpo ambulanze della Croce Rossa americana delle cinque sezioni di Schio,
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Bassano, Fanzolo, Roncade e Casale sul Sile . Le forze di spedizione statu-
nitensi (AEF - American Expeditionary Forces) avrebbero perso circa 320.000
uomini, di cui 53.400 circa caduti in combattimento, 63.114 morti per altri cau-
se (fra cui l’epidemia di “spagnola” che avrebbe imperversato in Europa fra il
1918 e il 1920, colpendo gravemente 360.000 uomini delle AEF, di cui 44,000
deceduti) e 204.000 feriti. Entrata nel conflitto con una piccola forza di 190.000
uomini, la macchina militare USA sarebbe cresciuta, in poco più di un anno, fino
a raggiungere, nel giugno 1918, una capacità di proiezione in teatro di 10.000
uomini al giorno. La guerra avrebbe fornito al Paese importanti ammaestramen-
ti, che avrebbero inciso in modo significativo sul processo di ammodernamen-
to delle sue Forze Armate. La guerra, infine, avrebbe rappresentato il banco di
prova di un’intera generazione di ufficiali destinati a ricoprire ruoli-chiave nel
secondo conflitto mondiale: fra gli altri, il capo di stato maggiore della 42^ di-
visione, colonnello (poi generale) Douglas MacArthur; l’aiutante di campo del
comandante in capo, generale John J. Pershing, capitano (poi tenente colonnello)
George S. Patton, e il futuro Capo di Stato Maggiore (1939-45), Segretario di
Stato (1947-49) e Segretario alla Difesa (1950-51), tenente colonnello George
C. Marshall, responsabile dell’ufficio addestramento e pianificazione della 1^
divisione di fanteria. Anche il teorico del potere aereo William Mitchell avrebbe
servito nell’AEF, traendo dall’esperienza sul fronte francese parte delle lezioni
11 T.K. Nenninger, American Military Effectiveness and the First World War, in A.R. Millett - W.
Murray (eds.), Military Effectiveness, vol. I, The First World War, Cambridge et al., 2010, pp.
116-56 (121).
12 Per un’ampia disamina dei vari aspetti della presenza delle forze statunitensi in Italia cfr. i con-
tributi contenuti in Over there in Italy. L’Italia e l’intervento americano nella Grande Guerra,
Roma, 2017, che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato dalla Società Italiana
di Storia Militare.