Page 218 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             P preparavano una relazione sulle condizioni dell’unità cui erano addetti e la
             inviavano direttamente al corpo d’armata, dopo averne consegnato una copia al
             loro reparto; il comandante aveva la possibilità di annotarla, ma non di fermarla,
             né di variarne il contenuto: «Tutti corrisponderanno  direttaMente col Centro
             “p” [la sottosezione] presso il comando di Corpo d’armata; ma di ogni rela-
             zione e rapporto inviato a detto Centro dovranno consegnare copia al Comando
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             presso cui sono addetti ». Ufficiali di complemento, con bassi gradi, avevano il
             potere di fornire al comando di corpo d’armata una versione diversa da quella
             del comandante del reparto sull’efficienza, anzi sull’inefficienza, delle truppe da
             lui comandate. Nel regime disciplinare cadorniano un comandante che riferisse
             che la sua unità non era pronta all’assalto rischiava l’esonero con la motivazione
             della “mancanza di fiducia nell’attacco e quindi impossibilità di infonderla nei
             subordinati”. Si può supporre che anche sotto la gestione Diaz i comandanti
             avessero l’abitudine di sostenere in ogni occasione che i loro reparti erano in
             perfetta efficienza; scrisse prezzolini: «accadeva per es. di un colonnello, che
             per il solito spirito di carriera, assicurava che il reggimento suo era in grado di
             partecipare ad una offensiva, ma la relazione dell’ufficiale p rivelava che tre
             quarti del reggimento aveva la spagnola o era in condizioni di disastrosa stan-
             chezza: e il reggimento, per fortuna, non si muoveva, e il colonnello prendeva un
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             cicchetto ». Lombardo Radice, in una relazione per Caviglia, inviata in copia al
             comando supremo, scrisse: «In qualche unità persiste [una] certa riluttanza con-
             tro i rapporti diretti nel servizio “p” fra gli ufficiali “p”, centro “p” e sezione “p”.
             Si teme che questi rapporti diretti, anziché condurre, come è fiducia piena di V.
             E., ad un arricchimento ed una elevazione della vita morale del soldato, possano
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             portare ad un indebolimento della disciplina ». Convinto dell’utilità del servizio
             p, il comandante dell’8ª armata emanò questa circolare: «prego le Loro eccellen-
             ze i Comandanti di Corpo d’armata e gli altri comandanti tutti di sincerarsi della
             idoneità degli ufficiali scelti per il servizio “p” e di considerare come reParto
             non Ben goVernato quello in cui il servizio “p” non sia stato affidato ad un uomo
             sia pur modesto, ma di alte qualità morali, infaticabile lavoratore, convinto ed
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             entusiasta nella esecuzione del mandato affidatogli ».


             60  8ª armata, Costituzione della sezione “p”…, cit. Lombardo Radice ha scritto che nel «rappor-
                 to diretto di collaborazione tra uffici “p” […] stava il segreto della intensità del lavoro e la
                 ragione del successo». 8ª armata, senza oggetto, 30 agosto 1918, cit., p. 5.
             61  g. PreZZolini, Vittorio Veneto, cit., p. 20.
             62  8ª armata, Senza oggetto, 30 agosto 1918, cit., p. 5. Grazioli, comandante del corpo d’armata
                 d’assalto (9ª armata), scrisse: «alcuni comandanti di Gruppo o di battaglione non si mostrano
                 ancora convinti dell’importanza di questo servizio e lo circondano di male intese diffidenze».
                 Corpo d’armata d’assalto, Servizio p, cit.
             63  8ª armata, Costituzione della sezione “p”…, cit. Negli stessi termini si espresse Grazioli nella
                 circolare citata nella nota precedente.
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