Page 221 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             già notato che il servizio p era presso gli uffici informazioni e alcuni dei capi di
             questi uffici d’armata furono animatori anche di quello p: Tullio Marchetti, Erco-
             le Smaniotto, angelo pivano, Cesare Finzi, attilio Vigevano firmarono le circo-
             lari con le quali istituivano il servizio, il cui primo compito fu la conoscenza del
             morale delle truppe e delle popolazioni della zona. Melograni, che per il servizio
             p si basa su ricerche presso l’archivio Centrale di Stato e sul fondo personale di
             Lombardo Radice, per avvalorare la tesi del servizio p inquisitore cita in nota gli
             estremi di una circolare dell’8ª armata in cui Lombardo Radice affermava che,
             prima della riorganizzazione da lui intrapresa, spesso gli ufficiali p riferivano
             direttamente «dal reggimento all’armata lagnanze e reclami di singoli militari,
             con aperta violazione del principio gerarchico e con l’effetto dannosissimo di
             dare al servizio “p” un carattere quasi inquisitorio, che non deve assolutamente
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             avere ». Tra le direttive delle armate per l’istituzione delle sezioni p, solamen-
             te quelle della 5ª lasciano adito alla supposizione che l’organizzazione potesse
             assumere una forte connotazione di controspionaggio e forme inquisitorie: era
             prescritto di non far conoscere tra loro i fiduciari né renderli consapevoli di esse-
             re «il primo anello di un servizio di informazioni che risale la gerarchia», inoltre
             gli ufficiali p dovevano essere in stretto contatto con il comando dei CC.RR.
             dell’unità cui erano addetti, infine non era chiaro se le annotazioni alle relazioni
             potevano essere operate dai comandanti dei reparti cui erano addetti -come era
             consuetudine nelle altre armate- o solamente dagli organi superiori del servizio
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             P . Fu proprio questa confusione, che poteva rischiare di compromettere la ge-
             rarchia, a convincere il comando supremo ad emanare delle Norme uniche.
                Una vasta organizzazione di controspionaggio nell’esercito fu disposta so-
             lamente nel dicembre 1917 e nei primi mesi dell’anno successivo da agenti di
             pubblica sicurezza e carabinieri. Tale azione, che come abbiamo riferito fu an-
             teriore all’istituzione del servizio p, venne organizzata direttamente dagli uffici
             informazione, che avevano assunto tutte le attribuzioni di polizia militare e di
             repressione della propaganda disfattista tra le truppe nella zona di guerra. Emer-
             ge quindi che un eventuale carattere inquisitorio fosse frutto di una momentanea
             disfunzione del servizio, e non di un carattere sistematico; inoltre gli ufficiali p,
             a differenza dei commissari politici istituiti dalla Rivoluzione Francese e ripresi
             dall’armata Rossa, non dovevano controllare la lealtà della struttura gerarchica,
             ma solamente inviare notizie aggiornate sulle condizioni delle truppe, quindi non
             vi erano rischi di ingerenze con i comandi cui erano addetti.
                La tesi di Jahier, che anche Isnenghi non accoglie totalmente, di un rapporto


             70  8ª armata, Senza oggetto, 30 agosto 1918, cit. Corsivo mio.
             71  5ª armata, Servizio di vigilanza e propaganda (V.p.), cit. Nel testo si raccomanda agli ufficiali
                 di suggerire ai soldati di denunciare «disfattisti e pacifisti […] quando anche fossero compa-
                 gni».
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