Page 226 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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controllo della propaganda politica, raccomandando che tra i soldati non aves-
sero seguito i messaggi della politica civile, soprattutto, ma non solo, quella di
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area socialista . Malgrado il comando supremo ed i comandi d’armata vietas-
sero agli ufficiali p di operare una propaganda a favore di una corrente politica,
sicuramente questa fu svolta; fu una degenerazione e non un carattere peculiare
del servizio p nel dopoguerra: la 3ª armata richiamò i suoi organi di vigilanza e
propaganda che stavano «assumendo un indirizzo di sola propaganda politica fra
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le popolazioni civili »; Cesare Finzi (che nel dopoguerra acquisirà il cognome
della moglie pettorelli Lalatta), responsabile del servizio I.T.o. della 6ª armata
e poi del governatorato di Trieste, permise e anzi sollecitò tutti gli ufficiali di
complemento del suo ufficio di raggiungere d’annunzio a Fiume e inviò là «per
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mesi e mesi, gli aiuti non autorizzati ».
Non si sa precisamente quando il servizio p venne chiuso. I costi di gestione
dovevano aver assunto dimensioni rilevanti, tali da non essere più giustificabili,
il personale che vi era adibito era nella maggior parte di complemento e quindi
con la smobilitazione destinato al ritorno alla vita civile, infine l’ideologia li-
90 Il 1° novembre, tre giorni prima della cessazione delle ostilità, Badoglio avvertì che il par-
tito Socialista aveva predisposto «manifestazioni di carattere pacifista e sovversivo» e rac-
comandò di vigilare affinché non avessero seguito tra le truppe. La 9ª armata ordinò che «la
diffusione delle notizie riguardanti quelle agitazioni fosse impedita ad ogni costo». Comando
supremo, servizio informazioni, Minacce di sciopero e agitazione pro pace e in occasione di
eventuale armistizio, circ. 12999/a del 1° novembre 1918; 9ª armata, ufficio informazioni,
Minacce di scioperi e agitazioni pro-pace ed in occasione di eventuale armistizio, circ. 4907
del 8 novembre 1918. Nel mese di dicembre l’allarme per la propaganda sovversiva e leni-
nista aumentò e una circolare ordinava che «all’atto della distribuzione, tutti i pacchi postali
[diretti ai militari] siano aperti e accuratamente esaminati nel loro contenuto, alla presenza
dei rispettivi destinatari e sotto la vigilanza di un ufficiale». Comando supremo, servizio in-
formazioni, circ. 14991 del 9 dicembre, firmata piccione. Tutte in aUS.SME, F2/103/2. Nel
gennaio 1919 Badoglio ordinava di impedire la diffusione di uno stampato che proclamava
la fondazione del “l’associazione fra gli arditi d’Italia”. L’autore, Mario Carli, violava i re-
golamenti dell’esercito, costituendo un’associazione tra militari non autorizzata dal comando
di corpo, e fu segnalato al ministero della Guerra per indagini ed eventuali provvedimenti.
Giorgio Rochat ha scritto che «le autorità intervennero così blandamente da fornire di fatto
un avvallo»: Mario Carli, all’epoca delle indagini tenente, fu promosso capitano. Comando
supremo, ufficio affari generali, sez. disciplina, associazione fra gli arditi d’Italia, circ. 739
del 17 gennaio 1919, firmata da Badoglio. In allegato associazione fra gli arditi d’Italia, che
fu pubblicato, con alcune modifiche, su “Roma futurista”, con il titolo di Secondo appello alle
fiamme. aUS.SME, F2/103/2. G. rocHat, Gli arditi della grande guerra. origini, battaglie e
miti, Goriziana, Gorizia 1990 (Milano 1981), pp. 116-7.
91 3ª armata, ufficio informazioni, Servizio di indagine e propaganda fra le truppe operanti, circ.
4941/R.I., del 21 dicembre 1918, firmata Nicolosi. aUS.SME, F1/299/Relazione Servizio
Stampa e prigionieri.
92 c. Pettorelli lalatta, I.T.o. (Informazioni Truppe operanti). Note di un capo del servizio
informazioni d’armata (1915-1918), Giacomo agnelli, Milano 1934, p. 283.

