Page 236 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             aereo e, soprattutto, che gli accordi tra il nostro comando ed il governo locale
             sono –ahimè- soltanto verbali, la nostra posizione si fa’ sempre più difficile di
             fronte alla crescente influenza francese, che approfitta anche dell’esitante politi-
             ca di Roma. a fine maggio ’19 è deciso il nostro ritiro ed il nostro posto è preso
             da una missione militare francese.
                Questi eventi non impediscono, comunque, la gestione a nostra cura, sino alla
             fine del ’19, del “campo-deposito di concentramento” di Gallarate, istituito nel
             novembre ’18 per i cecoslovacchi catturati nelle giornate del crollo dell’impero,
             dove questi devono essere organizzati in battaglioni di quattro compagnie di 250
             uomini. Nel corso dell’anno tra Gallarate ed i campi di avezzano e Foligno è
                          a
             costituita la 2  armata Territoriale Cecoslovacca che gradualmente rimpatrierà
             43 battaglioni di Milizia Territoriale, un battaglione d’assalto formato da atle-
             ti del “Sokol”, due battaglioni di tedeschi dei Sudeti, quattro compagnie miste
             tedesco-cecoslovacche e 14 battaglioni irregolari, formati, questi, da quanti, pur
             divenuti cittadini cecoslovacchi, non hanno prestato giuramento di fedeltà. Du-
             rante la permanenza in Italia tutti questi reparti sono riuniti in gruppi e questi, a
             loro volta, in zone. Con la loro partenza si conclude la prima delle nostre partite
             “in perdita” sullo scacchiere dell’Europa orientale.


             I Romeni
                L’iter per la formazione di unità di volontari romeni, composte da prigionieri
             originari della Transilvania, allora facente parte del Regno di Ungheria, è analo-
             go a quello delle unità cecoslovacche. E’ comunque meno laborioso sia perché
             prende avvio più tardi sia perché già esiste uno stato romeno che, anzi, si è bat-
             tuto con notevoli sforzi a fianco dell’Intesa nel 1916, prima di uscire dal conflitto
             battuto da Tedeschi, austriaci e Bulgari.
                Come per i cecoslovacchi si inizia con volontari alle dipendenze degli Uffici
                               a
             Informazioni. La 1  armata propone, nel gennaio 1918, l’impiego di romeni,
             insieme ad elementi di altre “nazionalità oppresse” per compiti di “intelligence”
             e di contatto con i soldati romeni ancora al servizio nemico.
                a giugno è lo stesso Ministero della Guerra ad autorizzare l’impiego di uf-
             ficiali romeni volontari per compiti di propaganda e per l’interrogatorio di pri-
             gionieri. Inoltre vengono costituite, con 3.600 volontari, delle centurie e delle
             compagnie di lavoratori per la costruzione di opere di difesa. Infine dei plotoni
             romeni vengono addestrati per colpi di mano e per infiltrazioni. E’ costituita poi
             una compagnia che combatte con la 2  Divisione d’assalto, mentre una seconda
                                               a
             è distaccata presso le unità inglesi e francesi, tra asiago ed il Valbella, ed una
             terza opera sul Grappa con la 4  armata. Sono in totale 16 ufficiali ed 830 sot-
                                         a
             tufficiali e soldati che meritano, complessivamente, sei medaglie d’argento, 16
             di bronzo e 145 croci di guerra. Il Generale Caviglia, comandante dell’8  armata
                                                                            a
                                                           a
             tributa un encomio solenne alla compagnia della 2  Divisione di assalto per il
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