Page 239 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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stati balcanici, è ormai entrata nell’orbita francese come membro della “piccola
Intesa”.
I Polacchi
Le simpatie italiane per la causa dell’indipendenza della polonia, legate alla
partecipazione di volontari alle lotte per l’indipendenza dei due paesi nel corso
dell’ottocento, non sono bastate, inizialmente, a permettere l’immissione di po-
lacchi nelle file italiane. allo scoppio della guerra, infatti, erano state organizzate
in Germania ed in austria delle unità di volontari polacchi per combattere contro
la Russia, nostra alleata, così fino al crollo dell’impero zarista ed alla rottura
della collaborazione tra gli Imperi Centrali ed i volontari del Generale pilsudski
non è stato possibile pensare alla costituzione di unità polacche nel nostro paese.
Solo nel tardo 1917 gli Uffici I di alcune armate organizzano, di propria ini-
ziativa, delle squadre di avvicinamento con prigionieri che si sono dichiarati
a
pronti a collaborare. Nell’ambito della 1 armata è costituito un plotone agli
ordini di un nostro ufficiale di madre polacca, un altro gruppo è organizzato
dal sottotenente Bobrowski, fatto prigioniero sulla Bainsizza e subito disposto
a collaborare, altri elementi polacchi operano con i cecoslovacchi e nel maggio
del 1918, infine, un’intera compagnia è reclutata nel campo di Santa Maria Ca-
pua Vetere, dove è stato concentrato il grosso dei prigionieri polacchi. Questa
a
compagnia, agli ordini del tenente Kluizinski, opera nei settori della 3 e della 4
a
armata, facendo meritare ai suoi componenti due medaglie d’argento e cinque
di bronzo.
Riconosciuto, intanto, il Comitato Nazionale polacco da parte del nostro go-
verno, a Santa Maria Capua Vetere, superata l’opposizione del nostro Ministero
degli Esteri, è iniziata, ad ottobre, la formazione di reparti volontari destinati,
però, al fronte francese per rinforzare l’armata polacca che vi combatteva già
da tempo. Tre reggimenti sono organizzati nel giro di poche settimane ma solo a
dicembre, a guerra ormai conclusa, possono passare le alpi.
Sul fronte italiano, intanto, con il crollo dell’austria, altre migliaia di polac-
chi sono caduti prigionieri negli ultimi giorni del conflitto. Quasi tutti costoro,
all’inizio circa 12.000, sono concentrati nel campo della Mandria di Chivasso,
presso Torino, in un aerodromo abbandonato, in condizioni inizialmente preca-
rie, destinate però ad un rapido miglioramento, così da permettere la formazione
di reparti del nuovo esercito polacco.
Già a dicembre prestano giuramento di fedeltà alla nuova repubblica 200 uf-
ficiali, destinati ad inquadrare i nuovi reparti. Il 20 febbraio parte per la Francia
un primo reggimento di fanteria e tre giorni dopo giurano, nel corso di una so-
lenne cerimonia, 12.500 uomini che danno vita ad un reggimento di artiglieria e
a due di fanteria, questi ultimi hanno nomi che li legano al nostro Risorgimento,
“Giuseppe Garibaldi” e “Francesco Nullo”, l’ufficiale bergamasco, già dei Mille,

