Page 321 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             e nazionali . Ad emergere con maggiore frequenza negli scritti autobiografici
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             dei soldati trentini è piuttosto lo sgomento per un futuro che subito si annuncia
             incerto e spaventoso, il dolore per la forzata separazione dalla famiglia e dalla
             comunità d’origine. Più che l’entusiasmo, a prevalere è la rassegnazione e tal-
             volta un devastante sentimento di disperazione. Mario Raffaelli ricostruisce i
             momenti drammatici della partenza il 1° agosto 1914, richiamando i pianti dei
             parenti, i dolorosi addii, fino a quando “saliti in treno che fummo tutti augu-
             ravano un presto ritorno, chi piangeva, chi urlava chi era stupidito vedere una
             cosa così spaventosa” . Ancora più sconvolgente il racconto del suo corregiona-
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             le Ezechiele Marzari, quarantanovenne padre di sette figli, partito il 21 maggio
             1915, quando ormai ai soldati era noto l’orrore al quale andavano incontro: “io
             non erra più presente ame stesso”, “mi sdraiai al suolo, scuasi privo dei sensi,
             fruscata la mia mente del tremendo specchio che mi vedivo davanti della mia
             vitta venire”, “non viveva più” .
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                A queste voci dal Trentino se ne potrebbero aggiungere di simili provenienti
             dal Litorale, con descrizioni che al dolore dei partenti mischiano quello altret-
             tanto forte dei loro familiari . Ma negli scritti dei soldati originari di Venezia
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             Giulia, Friuli e Istria non si ritrova solo la disperazione di chi viene strappato ai
             propri cari e posto di fronte al rischio della morte. Tra coloro che partono per pri-
             mi si avverte talvolta anche l’esaltazione di chi sale sui treni imprecando contro
             il nemico serbo e il suo alleato russo, cugini di quei croati e sloveni contro cui
             si conduceva ormai da decenni lo scontro nazionale tutto interno alla monarchia
             asburgica . Il conflitto destinato a divenire mondiale si intrecciava con le ten-
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             14  Per l’Italia si veda MoNDINI MaRCo, La guerra italiana. partire, raccontare, tornare 1914-
                 18, il Mulino, Bologna, 2014, pp. 107-122, per la Germania VERHEY JEFFREY, The Spirit
                 of 1914. Militarism, Myth, and Mobilization in Germany, Cambridge University press, Cam-
                 bridge, 2000, per il Tirolo RETTENWaNDER MaTTHIaS, Der Krieg als Seelsorge. Kirche
                 und Volksfrömmigkeit im Ersten Weltkrieg, Wagner, Innsbruck, 2005.
             15  Mario Raffaelli, in: FaIT GIaNLUIGI (a cura di), Riccardo Malesardi, Giuseppe Masera,
                 Rosina Fedrozzi Masera, Evaristo Masera, Mario Raffaelli, Museo del risorgimento e della
                 lotta per la libertà, Museo storico italiano della guerra, Trento, Rovereto, 1994, pp. 157-201,
                 qui p. 160.
             16  Ezechiele Marzari, in: FaIT GIaNLUIGI (a cura di), Ezechiele Marzari, Decimo Rizzoli, G.
                 z., Museo storico in Trento, Museo storico italiano della guerra, Trento, Rovereto, 1995, pp.
                 9-93, qui pp. 12-13. Sulle partenze dei soldati trentini cfr. aNToNELLI, I dimenticati, cit.,
                 pp. 45-51.
             17  Si veda ad esempio il resoconto di un osservatore, lo scrittore di sentimenti liberal-nazionali
                 BENCo SILVIo, Gli ultimi anni della dominazione austriaca a Trieste. parte prima: l’attesa,
                 Risorgimento, Milano 1919, pp. 50-51.
             18  Cfr. RaNCHI SERGIo, “La luna vista a girarsi”. L’avventura galiziana negli scritti e nelle
                 memorie degli infanteristi del Litorale, in: FaIT (a cura di), Sui campi di Galizia, cit., pp.
                 283-316, qui p. 285.
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