Page 323 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             dovere si contrastavano. L’uno mi suggeriva di non lasciare in così critici mo-
             menti e moglie e genitori ed gli affari; dall’altra, il dovere la patria minacciata
             chiedeva il mio pronto intervento, e poi se avessi ubbidito al primo andavo anco
             incontro a serii guai” . Si parte a difesa del proprio paese, ma anche per evitare
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             conseguenze forse peggiori.
                Furono le stesse autorità austriache a stupirsi della regolarità con cui, anche
             nei territori di lingua italiana, si erano svolte le operazioni di mobilitazione ge-
             nerale. Non vennero segnalati casi significativi di renitenza alle armi e neppure
             manifestazioni contrarie alla guerra. A Trieste l’atteggiamento di lealtà asburgica
             si era manifestato visivamente già il 2 luglio 1914, quando la città aveva reso
             omaggio alle salme dell’arciduca Francesco Ferdinando e della consorte. A Trie-
             ste l’erede al trono si era imbarcato il 24 giugno per raggiungere la Bosnia, dove
             aveva seguito le grandi manovre militari prima di trovare la morte a Sarajevo
             e sempre a Trieste tornò il 1° luglio, ancora una volta a bordo della corazzata
             “Viribus Unitis”, durante il suo ultimo viaggio di ritorno a Vienna. Le due salme
             furono accompagnate dal porto alla stazione ferroviaria da un corteo funebre di
             centinaia di migliaia di persone . L’adesione in massa all’evento fu rimarcata
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             dallo stesso luogotenente di Trieste, che ne parlò come di “una manifestazione
             funebre straordinariamente dignitosa ed edificante, alla quale ha preso parte la
             popolazione dell’intera città” . Allo scoppio della guerra la situazione si confer-
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             mò rassicurante, a Trieste come a Trento, da dove giunsero rapporti che sotto-
             lineavano la correttezza della popolazione, persino degli ambienti notoriamente
             schierati su posizioni nazionali, e la disponibilità dei cittadini a offrire volonta-
             riamente i propri servizi alle autorità, andando incontro alle esigenze pubbliche
             ben oltre gli obblighi di legge .
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                Nonostante i segnali positivi provenienti dalle reclute e dalla popolazione
             nel suo complesso, le autorità risposero accentuando la propria diffidenza verso
             la popolazione di lingua italiana, con l’assunzione di provvedimenti punitivi e



             23  Giacomo Sommavilla, in: paLLa LUCIaNa (a cura di), Simone Chiocchetti, Vigilio Iellico,
                 Giacomo Sommavilla, albino Soratroi, Museo storico in Trento, Museo storico italiano della
                 guerra, Trento, Rovereto, 1997, pp. 129-168, qui p. 135.
             24  ToDERo FaBIo, Una violenta bufera. Trieste 1914, Istituto regionale per la storia del mo-
                 vimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, Trieste, 2013, pp. 54-60.
             25  Relazione del principe Konrad zu Hohenlohe-Schillingsfürst al conte Karl Stürgkh del 2 lug-
                 lio 1914, cit. in WEDRaC STEFaN, „Das Wohl des Staates ist oberstes Gesetz“ – Die Na-
                 tionalitätenpolitik der staatlichen Verwaltung in Triest zu Beginn des Ersten Weltkrieges, in:
                 HEERESGESCHICHTLICHES MUSEUM WIEN (a cura di), Der erste Weltkrieg und der
                 Vielvölkerstaat. Symposium 4. November 2011, Bundesministerium für Landesverteidigung
                 und Sport, Wien, 2012, pp. 69-82, qui p. 76.
             26  pIRCHER GERD, Militari, amministrazione e politica in Tirolo durante la prima guerra mon-
                 diale, Società di studi trentini di scienze storiche, Trento, 2005, pp. 18-20.
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