Page 325 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             già dispensati dal servizio militare, malati o per i quali non sarebbe stata prevista
             la chiamata. A volerlo erano state le autorità militari, preoccupate per i troppi
             giovani ancora presenti nel capoluogo, che si temeva potessero dar vita a manife-
             stazioni ostili all’Austria. Contro simili provvedimenti aveva cercato di opporsi
             il capo del commissariato di polizia di Trento, che aveva sottolineato il modo
             “splendido e privo di qualsiasi complicazione” con cui si era svolta la mobilita-
             zione e l’assoluta mancanza di segnali che facessero presagire azioni negative
             da parte della popolazione . A sostenere la sua posizione ci fu anche il luogote-
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             nente, che deplorò la politica punitiva dei militari, capace solo di aumentare il
             distacco degli italiani dalle istituzioni e di fare propaganda all’irredentismo e si
             rivolse al ministero dell’Interno chiedendogli di “intervenire nelle sedi adeguate
             per evitare che a Trento si instauri un regime che potrebbe provocare conseguen-
             ze imprevedibili” . Anche per il ministero dell’Interno andavano evitati arruo-
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             lamenti illegittimi, per non alimentare forme di malcontento nel Trentino, ma
             anche per non scatenare campagne di stampa antiaustriache in Italia .
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                A Trieste non si determinarono gli scontri di competenze che si ebbero in
             Trentino, poiché il nuovo luogotenente barone Alfred Fries-Skene  si mostrò
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             completamente in linea con le dure posizioni dei comandi militari. Subito dopo
             l’entrata in guerra dell’Italia adottò una serie di misure repressive che gli valse-
             ro il pieno apprezzamento del capo di Stato maggiore Conrad von Hötzendorf:
             sciolse le amministrazioni comunali di Trieste e Gorizia da tempo in mano ai
             liberali italiani; eliminò le divise dei dipendenti comunali che erano di foggia
             italiana, prevedendone la sostituzione con uniformi del tutto simili a quelle dei
             dipendenti comunali di Vienna; vietò “il saluto secondo l’uso italiano”; preparò
             l’eliminazione dei nomi di strade e piazze aventi un riferimento all’irredentismo



             31  Österreichisches Staatsarchiv, Wien (ÖSta), allgemeines Verwaltungsarchiv (aVa), Mini-
                 sterium des Inneren (MdI), präsidium (präs), 1914, Nr. 6032, Karton 2141, il capo del com-
                 missariato di polizia al luogotenente del Tirolo, 9.11.1914.
             32  ÖSta, aVa, MdI, präs, 1914, Nr. 6032, Karton 2141, il luogotenente del Tirolo al ministro
                 dell’Interno, 10.11.1914.
             33  ÖSta, aVa, MdI, präs, 1914, Nr. 6032, Karton 2141, il ministero dell’Interno alla presidenza
                 del Consiglio, 29.11.1914. In generale sui rapporti tra militari e civili cfr. FÖRSTER STIG,
                 Civil-Military Relations during the First World War, in: The Cambridge History oft he First
                 World War, Cambridge University press, Cambridge, 2013, pp. 91-125; sul caso austriaco cfr.
                 FÜHR CHRISTopH, Das k.u.k. armeeoberkommando und die Innenpolitik in Österreich
                 1914-1917, Böhlau, Graz-Wien-Köln, 1968.
             34  Sulla sua figura e su quella del suo predecessore cfr. WULLSCHLEGER MaRIoN, “Gut
                 österreichische Gesinnung”. Imperiale Identitäten und Reichsbilder der letzten österreichi-
                 schen Statthalter in Triest (1904-1918), in: BUCHEN TIM, RoLF MaLTE (a cura di), Eliten
                 im Vielvölkerreich. Imperiale Biographien in Russland und Österreich-Ungarn (1850-1918)
                 / Elites and Empire. Imperial Biographies in Russia and austria-Hungary (1850-1918), De
                 Gruyter oldenbourg, Berlin-Boston, 2015, pp. 90-106.
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