Page 358 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                Vista in quest’ottica, l’egemonia navale britannica acquisiva anzitutto un pro-
             filo prettamente difensivo. Fu però la dimensione offensiva che ebbe maggiore
             rilevanza con lo scoppio della Grande Guerra nel 1914, in particolare con l’ap-
             plicazione del blocco navale ai danni della Germania e degli altri Imperi centra-
             li . La reazione di Berlino, la principale potenza penalizzata dal provvedimento
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             britannico, fu subito intesa a delegittimare la mossa di Londra, giudicandola il-
             legale in relazione alla Convenzione navale sui diritti dei neutrali siglata a L’Aia
             nel 1907 . Accordo che, in realtà, non era stato ratificato dalla Gran Bretagna così
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             come, ad esempio, dall’Italia, dall’Austria-Ungheria e dall’Impero ottomano. I
             tedeschi affermavano, inoltre, che il blocco era anche immorale in quanto inteso
             a colpire la popolazione civile, tentando di affamarla e dunque sterminarla .
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                Certo il blocco non coinvolgeva solo i Paesi belligeranti. Al di là dell’At-
             lantico, il ‘grande’ neutrale, gli Stati Uniti, protestò con vigore nei confronti di
             Londra. A suo dire, il blocco penalizzava non solo gli Imperi centrali ma anche
             quegli Stati che, intenzionati a rimanere estranei al conflitto, vedevano le pro-
             prie economie colpite dall’impossibilità di commerciare con partner economici
             schierati contro gli Alleati . Inoltre, secondo il governo americano, oltre a violare
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             il principio dei diritti dei neutrali, il blocco infrangeva anche quello della libertà
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             di sequestrare navi di altri Paesi destinate a commerciare in neutralità col nemi-
             co . Anche nell’interpretazione statunitense, il provvedimento di Londra andava
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             così a violare l’accordo del 1907, firmato e ratificato dagli Stati Uniti.


                 JaCKSoN aSHLEY, The  British  Empire. a Very  Short  Introduction,  oxford  University
                 press, New York, 2013, p. 16.
             5   Sul blocco navale, cfr. l’esaustivo e ben documentato oSBoRNE ERIC, Britain’s Economic
                 Blockade of Germany (1914-1919), Frank Cass, Londra-New York, 2004.
             6   Convention concerning the rights and duties of neutral powers in naval war, L’aja, 18 ottobre
                 1907, 36 United States Statutes at Large 2415, Treaty Series 545, consultabile online all’ind-
                 irizzo https://www.loc.gov/law/help/us-treaties/bevans/m-ust000001-0723.pdf; per quan-
                 to riguarda le ratifiche e le entrate in vigore, si veda il Treaty Database olandese disponibile
                 all’indirizzo:  https://verdragenbank.overheid.nl/en/Verdrag/Details/003328.
             7   SoNDHaUS LaWRENCE, The Great War at Sea. a Naval History of the First World War,
                 Cambridge University press, Cambridge, 2014, p. 268.
             8   Cfr. RENWICK RoBIN, Fighting with allies. america and Britain in peace and War, pal-
                 grave Macmillan, Londra, pp. 11-20.
             9   Cfr. l’esemplificativo memorandum redatto dal General Board della US Navy e inviato al
                 Segretario della Marina, Josephus Daniels, il 3 marzo 1915, il quale affermava che il blocco
                 navale era «untenable under any law or custom of maritime war hitherto known, and is one
                 that cannot be conceded without the gravest sacrifice of the most vital neutral rights». Il mem-
                 orandum è cit. in RoSKILL STEpHEN, Naval policy between the Wars, vol. I, The period
                 of anglo-american antagonism (1919-1929), Naval Institute press, annapolis, 1976, pp. 80-
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