Page 19 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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L’invio sul fronte Montenegrino  e la resistenza nelle Marche


                                              Benedetto del Tronto; tra i suoi compiti era previsto il controllo e l’ispezione della
                                              flottiglia della guardia costiera.
                                              Un po’ più a sud, a partire da ottobre si sarebbero sbrogliati i destini della Nazione.
                                              Per volere di Hitler fu realizzata la linea Gustav (o «linea invernale»), una linea for-
                                              tificata difensiva approntata dall’organizzazione Todt durante la campagna d’Italia.
                                              Divideva in due la penisola italiana: a nord c’era il territorio in mano alla Repubblica
                                              sociale italiana (dalla parte adriatica passava vicino Ortona comune costiero a sud
                                              di Pescara a circa 70 km dalla tenenza di dalla Chiesa) e a sud il territorio «liberato»
                                              in cui erano sbarcati nel luglio 1943 gli angloamericani, dove si trovava il re e anche
                                                                     31
                                              il padre di Carlo Alberto , Romano.
                                              In quelle terre marchigiane, che furono di confine, in considerazione della prossimità
                                              con la linea Gustav, molti, dopo l’8 settembre, reagirono all’oppressore occupante
                                              organizzando di fatto le prime azioni di resistenza. Per offrire al lettore solidi rife-  15
                                              rimenti temporali, va subito affermato che le truppe alleate fecero il loro ingresso
                                              nel territorio marchigiano verso la metà di giugno 1944. Alla fine di agosto erano
                                              sotto Pesaro per scagliare la grande offensiva verso la Gotica creata un anno prima.
                                              Nell’arco di quell’anno, la Resistenza marchigiana nacque e si articolò come un
                                              processo convergente di iniziative dal basso e dall’alto. Come in molte parti di Italia,
                                              anche nelle Marche, fin dall’inizio del processo resistenziale, emersero, accanto a
                                              quella organizzata e disciplinata dai rappresentanti dei maggiori partiti antifascisti
                                              e da ufficiali dell’esercito, diverse forme di resistenza dal basso. Ci fu quella dei
                                              soldati che, dopo la breve fase dei patti di pacificazione con i fascisti all’indomani
                                              dell’8 settembre, furono catturati e rifiutarono di essere arruolati nell’esercito tedesco,
                                              scelta che comportò la loro deportazione in Germania, ci fu quella della popolazione
                                              marchigiana soprattutto donne, che, offrendo ospitalità a migliaia di prigionieri di
                                              guerra fuggiaschi, rischiarono di persona la vita, a fronte delle continue minacce
                                              tedesche di morte e rappresaglia, ci fu, ancora, il rifiuto generalizzato dei bandi di
                                              lavoro obbligato emessi dai tedeschi già nel settembre ’43 e dei successivi bandi di
                                              leva della Repubblica sociale italiana. Fu una Resistenza dall’andamento sinusoidale,
                                              conobbe fasi di difficoltà, crisi e stallo insieme ad altre di sviluppo e di potenziamen-
                                              to, oscillando tra gli obiettivi delle prime bande che erano il reperimento di armi,
                                              equipaggiamento e viveri, iniziative difensive (attività in cui si inserisce l’apporto di
                                              dalla Chiesa e Spartaco Perini) passando, poi, alla lotta armata da cui scaturirono
                                                                                                    32
                                              azioni di guerriglia, sabotaggio, di vera e propria offensiva .
                                              Alcune di queste diverse declinazioni, si possono riconoscere nelle circostanze che
                                              dalla Chiesa e i suoi compagni vissero nelle Marche. La conferma si trova in una
                                              ampia relazione compilata dal tenente colonello dei carabinieri Enrico Carlesi ,
                                                                                                                        33
                                              comandante del gruppo di Ascoli Piceno, datata 30 dicembre 1943. Nella relazio-
                                              ne viene descritta minuziosamente la drammatica situazione politica, i sentimenti

                                              31  Romano dalla Chiesa fu un generale dei Carabinieri. Prese parte alla Seconda guerra mondiale,
                                              dove ottenne il grado di colonnello. Comandante della Legione Carabinieri di Bari, il 12 settembre
                                              1943, all’indomani dell’Armistizio, il Re Vittorio Emanuele III e il governo provvisorio, arrivati a
                                              Brindisi, lo preposero al Comando dei Carabinieri reali dell’Italia Meridionale, con giurisdizione
                                              sulle tre regioni libere (Puglia, Basilicata e Calabria) fino al 15 novembre. Con la fine della guerra
                                              fu promosso generale di brigata. Nominato generale di divisione, fu vicecomandante generale
                                              dei Carabinieri dal 1º marzo al 23 maggio 1955.
                                              32  Marco Severini, Liberazione e Resistenza nelle Marche. Articolo pubblicato sul sito dell’Associazione
                                              regionale dei comuni marchigiani (Ani - Marche), https://www.ancimarche.it/liberazione-e-
                                              resistenza-nelle-marche/Ultima consultazione 11.2022. Si ringrazia il prof. Marco Severino per
                                              i proficui scambi e la disponibilità. Si veda anche: M. Severini, Intorno alla Resistenza marchigiana e
                                              fanese, in «Nuovi studi Fanesi», 19, 2005, pp. 155-161.
                                              33  Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, Fondo Sim, Divisione 11, Sezione Calderini (1943-
                                              1944), b. 1, fasc. 4 «Relazioni».
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