Page 23 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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L’invio sul fronte Montenegrino e la resistenza nelle Marche
Ad ottobre 1943 il comandante Nebbia incrociò il suo destino di resistente con dalla
Chiesa, da poco trasferito nella cittadina rivierasca. Il motivo lo racconta diretta-
mente dalla Chiesa, molti anni dopo la guerra, quando, con il grado di capitano,
scrive sollecitato dalla moglie del capitano Nebbia, Maria Bernardi, una relazione
all’interno della quale ricostruisce l’esperienza nelle file della resistenza cui prese
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parte insieme al «comandante Nebbia» . «La sera del 3 ottobre 1943, io, il Nebbia,
l’aspirante guardiamarina Augusto Capriotti ed il sottotenente Colagiacomi, partim-
mo da San Benedetto in bicicletta per riunirci a Grottammare presso l’abitazione
del Capitano Salvi. Colà vi era il maggiore Postiglione che affidò a ognuno di noi un
incarico, dopo aver fatto l’inventario delle armi e argomentato realisticamente della
forza di cui ciascuno di noi poteva disporre». La sera seguente il 4 ottobre 1943,
durante una riunione presso la Scuola d’avviamento marinaro, che Nebbia aveva
messa a disposizione del gruppo clandestino essendone il segretario ed insegnante, 19
dalla Chiesa decise di condividere una importante informazione secondo la quale,
il giorno seguente di buon mattino i tedeschi sarebbero giunti da Ancona per seque-
strare l’intera flottiglia di motopescherecci e dragamine.
Compresa immediatamente da tutti la potenziale pericolosità di un attacco tedesco,
che avrebbe messo a repentaglio la sicurezza della città come pure l’economia, Gio-
vanni Nebbia e dalla Chiesa partirono per il porto. Eludendo la sorveglianza delle
sentinelle tedesche, in piena notte, consentirono la partenza di 16 natanti su 20
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stazionati nel porto. All’una di notte le imbarcazioni presero il largo a fanali spenti e
nel massimo silenzio. A bordo vi erano pescatori e familiari che fu scelto di portare
in salvo per il timore di rappresaglie. Fu riferito ai capitani di tenere una rotta e ap-
pena usciti dal porto di mantenerla per due ore in modo di allontanarsi dalla costa
di almeno 12 miglia e, quindi, fare rotta al largo delle isole Tremiti presso le quali
sarebbero giunti a giorno fatto. Tutto si svolse come previsto. I natanti navigarono
ad una distanza in cui era possibile scorgersi ad occhio nudo e nessun fatto venne a
turbare la tranquillità, né furono avvistate navi o altro che potevano far deviare la
rotta. Alle ore 10 del 5 ottobre, in vista delle isole Tremiti, ritenendo ormai superata
la zona pericolosa, i pescherecci si sparpagliarono. In uno di questi si imbarcò anche
il comandante Nebbia, che ricostruì a freddo minuziosamente l’operazione.
I tedeschi giunti, il giorno seguente, a San Benedetto, non trovando l’ombra di
un’imbarcazione, infuriati cercarono di catturare colui che aveva organizzato e con-
dotto l’operazione. Si recarono in casa Nebbia, ma non trovarono il comandante.
Minacciarono la moglie e il figlio di 5 anni di deportazione. Da quel momento in
poi Nebbia si diede alla macchia unendosi alle bande partigiane locali e poi, grazie
alla collaborazione di Elio Tremaroli, il cui ruolo si approfondirà successivamente ,
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fu impegnato per conto della A-Force, nel recupero dei soldati alleati dispersi in
territorio nemico. Si trattava delle rescue missions, missioni di salvataggio degli alleati
che fuggivano dai campi di concentramento dislocati nelle Marche e in Abruzzo.
L’ultimo contatto tra Carlo e Giovanni ci fu a Termoli il 14 dicembre 1943, pochi
giorni prima della partenza di dalla Chiesa per l’Italia liberata. Nebbia era ancora
al comando del motopeschereccio «Saturnia» per conto degli alleati.
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45 In appendice documentaria si riporta la riproduzione della relazione – priva di data - redatta
da Carlo Alberto dalla Chiesa, all’epoca capitano, conservata a tutt’oggi da Annelise Nebbia. La
documentazione è stata messa gentilmente a disposizione per questo approfondimento.
46 Sul numero delle imbarcazioni le fonti sono contrastanti.
47 Anche il ruolo di Elio Tremaroli nell’Operazione Nebbia e nelle successive rescue missions è stato
affrontato nell’intervista presente nel volume.
48 Si riportano, di seguito, le notizie rintracciate sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia. Parte
prima, p. 3772 «Motopeschereccio Saturnia di stazza lorda tonnellate 71,38, inscritto al Com-