Page 24 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alessia a. glielmi
4. UN SICURO RIFUGIO CLANDESTINO A MARTINSICURO
Al termine dell’Operazione Nebbia il tenente dalla Chiesa, così come tutti coloro che
presero parte all’azione, fu segnalato al comando tedesco. Intuendo l’imminente
arrivo dei nazifascisti, abbandonò la caserma di San Benedetto del Tronto assieme a
un gruppo di carabinieri a lui fedeli. Prima di andare via, diede disposizioni affinché
venissero svuotati l’arsenale e la dispensa. Dispose di lasciare tutto in perfetto ordine,
cosicché il nemico sapesse che i soldati non erano fuggiti in modo disorganizzato e
scomposto. Grazie alla conoscenza dell’infermiera Emma Lappa parte attiva della
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rete partigiana , impiegata presso l’ospedale di San Benedetto, conobbe Giuditta
Corsi. Giuditta, aveva due figli in guerra. Fu la donna che coraggiosamente offrì
un rifugio al giovane tenente in quel difficile momento. Abitava a Martinsicuro, un
20 piccolo paese del litorale, vicino a San Benedetto. Lo ospitò, insieme ad altri patrioti,
in una casa fatta di mattoncini con le ringhiere di ferro battuto, sita in via Roma 164.
In quel momento così pericoloso per l’incolumità di tutti, il rifugio fu provvidenziale.
I patrioti furono accolti nel sottotetto della casa di via Roma. Non c’era solo dalla
Chiesa che nel frattempo fu promosso tenente, ma anche Spartaco Perini , il par-
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tigiano alpino di Ascoli. Spartaco e Carlo divisero insieme la clandestinità per due
mesi. Rimasero in quella soffitta da metà ottobre a metà dicembre. L’abitazione
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ancora oggi di proprietà della famiglia Corsi è composta di due piani. Si scorgono i
lampadari, i pavimenti e la carta da parati dell’epoca, tutto ricorda ancora la calda
accoglienza di Giuditta.
La soffitta rifugio è ancora così come allora.
Il tenente dalla Chiesa aveva in quel momento i baffi e portava i capelli tirati all’in-
dietro così come Spartaco. Dai racconti pare ci fosse una postazione radio in casa,
ma su questo non è stata trovata nessuna traccia documentaria. Giuditta confe-
zionava pranzi frugali, con quel poco che aveva in cucina; pranzi che venivano a
volte rafforzati grazie all’aiuto del vicinato. Era sua premura far avanzare qualche
quantità di farina per fare delle frittelle, di cui dalla Chiesa era ghiotto . Carlo e
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Spartaco erano rinchiusi durante il giorno e uscivano di notte. Non ci sono dettagli
particolari su quei due mesi. Secondo il racconto del figlio di Spartaco Perini, Pietro,
lungamente intervistato i due, in contatto anche con il principe Ruffo di Calabria
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[fratello della regina Paola del Belgio Liegi], non organizzarono azioni durante il
periodo di permanenza in casa Corsi anche per non mettere a repentaglio la vita di
quella famiglia. In quella soffitta organizzarono, però, la traversata che li avrebbe
portati a Brindisi nell’Italia liberata. A metà dicembre giunsero a Brindisi, dopo un
partimento marittimo di Ancona, dell’armatore Mascaretti Gino con sede a S. Benedetto del
Tronto, dalle ore 0 del 1 ° giugno 1940».
49 Si riportano i dati essenziali relativi all’attività partigiana di Emma Lappa. Formazione di ap-
partenenza: Banda Zara, periodo: 12 settembre 1943 - 16 giugno 1944; qualifica riconosciuta:
partigiano combattente. Fonte Archivio Centrale dello Stato, Archivio per il Servizio Riconoscimento
Qualifiche e per le Ricompense ai Partigiani (Ricompart).
50 Spartaco Perini fu un comandante partigiano, noto «tenente Perini». Guidò uno dei primi
gruppi di patrioti formati nelle Marche, la «Banda Colle San Marco». La storia di Spartaco
Perini rappresenta il fulcro dell’intervista rilasciata dal figlio Pietro a cui si rimanda per maggiori
approfondimenti.
51 Si riportano in appendice le fotografie del rifugio/soffitta. Si tratta della abitazione ancora oggi
di proprietà della famiglia Corsi. Si ringrazia per la cortese disponibilità la prof.ssa Danila Corsi
proprietaria dell’abitazione.
52 A. Galli, Dalla Chiesa. Storia del generale dei carabinieri che sconfisse il terrorismo e morì a Palermo ucciso
dalla mafia, Mondadori, Milano 2017.
53 Il volume accoglie, come scritto in precedenza, l’intervista di Pietro Perini, figlio di Spartaco,
che ricostruisce l’attività del padre e di dalla Chiesa.