Page 28 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alessia a. glielmi



                                              Picena. Le armi erano tenute nascoste in grotte ubicate sulla strada che conduceva
                                              a quest’ultima località distante 5 o 6 km dalla tenenza».
                                              «Quelle grotte non esistono più, racconta Annelise, perché i tedeschi in ritirata le
                                              fecero saltare in aria. Ora su quel luogo sorge l’Hotel Abbadetta, un albergo posto sul
                                              cocuzzolo della collina di Acquaviva. Mio padre insieme al tenente della Guardia di
                                                                          60
                                              Finanza, [Gian Maria] Paolini , riuscì anche ad asportare di notte una mitragliera
                                              da bordo di motopescherecci ancorati nel porto di San Benedetto. Queste armi, come
                                              pure le altre, furono depositate presso la locale caserma della Guardia di Finanza
                                              dal tenente Paolini».

                                              Comincia così il racconto del rocambolesco salvataggio della flottiglia.
                                              «La sera del 3 ottobre 1943, mio padre, il tenente dalla Chiesa, l’aspirante guar-
       24                                     diamarina Augusto Capriotti, a cui hanno intestato l’Itc di San Benedetto dove ho

                                              insegnato, e il sottotenente Colagiacomi, partirono da San Benedetto in bicicletta
                                              per raggiungere a Grottammare  l’abitazione del capitano [Goffredo] Salvi. Ad at-
                                                                            61
                                              tenderli c’era anche il maggiore Italo Postiglione, comandante dell’omonimo gruppo
                                              Bande Armate Postiglione 23^ e 24^ - raggruppamento “Gran Sasso” il quale affidò
                                              a ognuno di essi l’incarico di redigere l’inventario delle armi e della forza di cui po-
                                              tevano disporre. Entrarono così a far parte della “Banda Postiglione”.
                                              La sera seguente, precisamente il 4 ottobre, durante una riunione presso la scuola di
                                              Avviamento marinaro, dalla Chiesa fece presente che era pervenuta una comunica-
                                              zione secondo la quale il giorno seguente i tedeschi sarebbero venuti giù da Ancona



                                              60  Gianmaria Paolini nacque a Torino il 17 gennaio 1919, figlio di Vittorio, dottore in Medicina,
                                              membro di una benestante famiglia originaria di Garessio (Cuneo), famiglia che aveva dato all’I-
                                              talia vari letterati e uomini di chiesa. Dal suo stato di servizio si apprende anche che conosceva
                                              bene la lingua inglese, che lo faciliterà quando, abbracciando la vita partigiana entrerà in contatto
                                              con gli Alleati. Dopo essersi iscritto al primo anno di Giurisprudenza, il 27 novembre 1940 fu
                                              ammesso, quale allievo ufficiale, presso l’Accademia della Regia Guardia di Finanza. Fu promosso
                                              sottotenente il 1° settembre 1942. Dì lì a qualche mese, vergò di proprio pugno, la domanda di
                                              mobilitazione, indirizzata al Comando generale del corpo in data 17 novembre 1942 con la quale
                                              chiedeva apertamente di essere destinato, al termine del corso d’applicazione, presso un Batta-
                                              glione Mobilitato. L’istanza fu accolta. In data 1° dicembre 1942, il giovane raggiunse Trieste,
                                              Centro di mobilitazione dell’XI Battaglione mobilitato, operante nei Balcani. Qualche tempo
                                              dopo, fu destinato al comando della Tenenza di Stretto, ove rimarrà sino all’Armistizio dell’8
                                              settembre 1943. Dalla Dalmazia, eludendo la vigilanza dei tedeschi, a bordo di due motobarche
                                              ex jugoslave, raggiunse le coste marchigiane con circa una decina di finanzieri e parecchie armi
                                              da destinare alla lotta armata. A San Benedetto del Tronto Paolini si mise immediatamente in
                                              contatto con i partigiani locali, tanto che già il 16 settembre 1943, presso la locale caserma della
                                              Guardia di Finanza, costituì la banda partigiana che porterà il suo nome. Si riporta la motivazione
                                              della medaglia d’oro. «Valoroso ufficiale reagiva con indignazione ad atti di crudeltà commessi
                                              da militari tedeschi in sosta in una stazione ferroviaria, costringendo con lancio di bombe a mano
                                              il convoglio nemico ad allontanarsi. Al comando di una banda di partigiani sosteneva per un
                                              intero ciclo operativo numerosi scontri con i nazifascisti distinguendosi per coraggio, ardimento
                                              e sprezzo del pericolo. Catturato dal nemico veniva condotto al supplizio che seppe affrontare
                                              con serena fermezza al grido di viva l’Italia». Zona Picena, 1° settembre 1943 - aprile 1944. Per
                                              approfondimenti si veda: G. Oliva, La Guardia di Finanza nella Resistenza e per la Liberazione, Scuola
                                              di polizia tributaria, Roma 1985 e Archivio Museo Storico della Guardia di Finanza, Fondo
                                              U.G.A., Sezione 675, f. 8, «Documentazione relativa al S.T. Paolini Gian Maria». Si ringrazia per
                                              la documentazione messa a disposizione il Museo storico della Guardia di Finanza, il maresciallo
                                              Mauro Saltalamacchia e il maresciallo Luigi Marinanza.
                                              61  A Grottammare, per iniziativa del maggiore Italo Postiglione, erano presenti due gruppi, co-
                                              mandati dal capitano Goffredo Salvi e dal sottotenente Terisio Pignatti. Essi recuperarono la
                                              maggior parte dell’armamento del 154° battaglione. Li affluivano le armi sottratte ai tedeschi
                                              provenienti dalla Dalmazia che il sottotenente Gian Maria Paolini e i suoi uomini fecero giungere
                                              nell’Ascolano.
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