Page 25 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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L’invio sul fronte Montenegrino e la resistenza nelle Marche
rocambolesco viaggio per mare. Lì ad aspettarli trovarono il padre di Carlo [Alber-
to dalla Chiesa]. Nell’Italia liberata, dalla Chiesa e Perini, che si trattenne a casa
dell’amico Carlo, per circa un mese, conobbero Badoglio. Il 17 dicembre sembra
già tutto finito e dalla Chiesa viene assegnato alla tenenza di Bari. In quella città
conseguì due lauree, Giurisprudenza e Scienze politiche e lì conobbe Dora Fabbo,
figlia di un ufficiale dell’Arma, più giovane di lui di otto anni, che sarebbe diventata
nel 1945 sua moglie.
Quella di dalla Chiesa, ormai carabiniere, impegnato in un territorio a lui scono-
sciuto e qui sorpreso dalla caduta del regime e dall’8 settembre, fu una scelta chiara,
esplicita, senza tentennamenti dalla parte di chi con coraggio e sacrificio contribuì
a costruire l’Italia democratica e repubblicana. Nella proposta di avanzamento per
merito di guerra, presentata in favore del sottotenente dalla Chiesa, a firma del ge-
nerale Comandante Giuseppe Piechè , si ha un quadro di sintesi sulle azioni di cui 21
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fu protagonista e soprattutto dello spirito con il quale vennero affrontate. «Rimasto al
comando di una tenenza isolata durante l’occupazione tedesca, con felice iniziativa
e d’armi ammirevole prontezza di intuito ed azione, organizzò da solo nel territo-
rio di giurisdizione un’efficace e valida resistenza tra civili e militari, provvedendo
altresì alla costituzione e l’armamento di nuclei che intelligentemente indirizzava
guidava e animava nella loro azione di rivolta. Individuato e ricercato da elementi
nazifascisti malgrado minacciato di morte non desisteva dal suo risoluto patriottico
atteggiamento. Appreso poi che si stava concretando la sua violenta repressione
animosamente si univa alle bande armate da lui costituite che campeggiavano con
ardimento e disprezzo del pericolo pari soltanto al suo giovanile ardore e al suo en-
tusiastico sentimento del dovere. Per le prove di magnifico coraggio da lui offerte in
così difficile periodo e perigliose vicende […] segnalo sottotenente dalla Chiesa per
la promozione per merito di guerra al grado di Sottotenente in servizio permanente
per l’Arma dei Carabinieri Reali».
Nel luogo simbolo della memoria dell’Arma, nell’Ufficio storico , è custodito un altro
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importante riconoscimento. Si tratta di un elenco, redatto dal generale dell’Arma
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Filippo Caruso , figura di riferimento nella Resistenza, che contiene i nominativi di
188 ufficiali premiati per coraggio e impegno. Nell’elenco c’è anche Carlo Alberto
dalla Chiesa. Occupa il cinquantaduesimo posto. Nella motivazione Caruso lodò la
capacità di aver saputo gestire e superare i conflitti a fuoco, l’aver salvato persone
condannate a rappresaglie, evidenzia la tenacia di non aver desistito nemmeno davanti
alle minacce di morte. Quando, «individuato da elementi nazisti e fascisti malgrado
fosse minacciato di morte non desisteva dal suo patriottico atteggiamento, rimane al
suo posto di comando e superando i conflitti a fuoco con l’avversario, organizzava,
54 Datata il 21 luglio 1944.
55 Si ringrazia per il cortese e professionale supporto presso l’Ufficio storico dell’Arma dei Cara-
binieri: Generale di Brigata Antonino Neosi, Ten. Col. Roberto Giannola, Lgt Marcello Di Fede,
Maresciallo Capo Gianluca Amore.
56 Coordinatore di un’ampia rete di carabinieri partigiani in tutto il Centrosud, ebbe il merito
di comandare una compagine del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri noto come
«Banda Caruso». Dopo l’8 settembre 1943, giorno della fuga del re e dei vertici militari e di go-
verno da Roma, benché in pensione, diede vita con i Carabinieri sfuggiti alla cattura dei tedeschi
alla cosiddetta «Banda Caruso», unificando a novembre nel Fronte Clandestino di Resistenza dei
Carabinieri le diverse bande di Carabinieri dell’Italia centrale in reparti per la lotta antifascista
nelle località occupate dai tedeschi. Arrestato dalla polizia tedesca il 25 maggio 1944 e rinchiuso
nel carcere romano delle SS di via Tasso, resistette alle torture senza parlare (restò menomato
e dichiarato «grande invalido di guerra») e riuscì a fuggire in extremis durante l’entrata nella
Capitale delle truppe alleate. Per approfondimenti si veda: A.A. Glielmi, Guida all’archivio del Museo
Storico della Liberazione, Vecchiarelli, Manziana 2014, pp. 118, 130 e Archivio del Museo storico della
Liberazione, Fondo: Archivio Istituzionale, Sezione: 3 – Dossier, Serie: Lettera C, b. 16, fasc. 18.