Page 277 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il periodo da Coordinatore  del servizio di sicurezza


                                                   Umberto Bonaventura che, nel periodo del secondo Nucleo Speciale , pur essendo
                                                                                                              8
                                                   Comandante della Sezione Anticrimine Carabinieri di Milano – peraltro Bonaventura
                                                   era il migliore di tutti noi, era lo storico, anche da un punto di vista della conoscenza
                                                   del fenomeno – era molto spesso, quasi sempre, a Roma presso l’Ufficio Centrale del
                                                   Nucleo Speciale, dove svolgeva attività di analisi e contemporaneamente gestiva la sua
                                                   Sezione. Venne incaricato Bonaventura perché una delle clausole poste fu – mi dissero
                                                   così – che non volevano un romano, per evitare che potesse essere riconosciuto. A se-
                                                   guito delle dichiarazioni che Bonaventura riceveva, bisognava poi andare a lavorare sul
                                                   territorio e chi doveva lavorare era la Sezione di Roma […] Quindi, io gestisco questo
                                                   contatto diventando l’alter ego di Bonaventura. Ho con questo militante, insieme a
                                                   Bonaventura, degli incontri, che si concretizzano in una ricerca di come riuscire ad
                                                   essere sicuri di approcciare le Brigate Rosse. Facemmo vari tentativi che non andarono a
                                                   buon fine, sino a che andammo ad individuare Piccioni, Ricciardi e da lì iniziò l’attività   273
                                                   di cui ho parlato prima (Operazione “Olocausto”). […] Era un infiltrato. Era uno noto
                                                   nell’ambiente, altrimenti non avrebbe avuto possibilità di essere accettato. Quando ci
                                                   incontravamo si discuteva sulle varie possibilità e a queste possibilità corrispondevano
                                                   dei servizi a terra, di pedinamento, di osservazione che, dopo vari tentativi andati a
                                                   vuoto, ci consentì poi di agganciare il direttivo della colonna romana e da lì pianificare
                                                   l’“operazione Olocausto”.

                                              È lo stesso Generale dalla Chiesa a illustrare, nel corso di un’audizione dell’8 lu-
                                                                                                     9
                                              glio 1980 innanzi alla Commissione Parlamentare «Moro» , circa la sua nomina a
                                              Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il
                                              terrorismo, le fasi iniziali di costituzione dello speciale Reparto interforze, allorquando


                                                   venni chiamato perché assumessi la direzione di un organismo, di un qualche cosa che
                                                   desse ai due Servizi neonati (SISMI e SISDE)  la possibilità di camminare e, nello
                                                                                          10
                                                   stesso tempo, di svolgere un’attività diretta che – specie nei confronti delle Brigate
                                                   Rosse – desse la possibilità di raggiungere risultati che, qualitativamente, ponessero
                                                   l’avversario, cioè detta organizzazione, in condizioni di non nuocere o perlomeno di
                                                   non giungere a quei livelli di temibilità. Sono stato molto esplicito nel sostenere, forse
                                                   con un margine di presunzione, che mi sarebbero stati sufficienti duecento o trecento
                                                   uomini in un anno di tempo; ma fui io stesso a porre questi limiti perché – nel conte-
                                                   sto – capivo benissimo che andavo ad inserirmi in condizioni piuttosto critiche, e mi
                                                   esponevo, anche come persona, a qualche rischio di carattere professionale ed umano.
                                                   Lasciai credere questo con ogni sforzo, con volontà, proprio facendo in modo che gli
                                                   stessi organi di informazione facessero pensare a chissà quali mezzi, a chissà quali di-
                                                   sponibilità, a chissà quali artifici avrei potuto attingere (o mi sarebbero stati garantiti)


                                              8  Si riferisce allo speciale Reparto affidato al Gen. D. Carlo Alberto dalla Chiesa, all’indomani
                                              della nomina di Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il
                                              terrorismo, avvenuta il 9 agosto 1978, con decreto del Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti,
                                              di concerto con il Ministro dell’Interno, Virginio Rognoni.
                                              9  Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l’assassinio di
                                              Aldo Moro e sul terrorismo in Italia, commissione bilaterale costituita nell’arco dell’VIII Legi-
                                              slatura con legge n. 597 del 23 novembre 1979.
                                              10  Nel 1977, l’Intelligence italiana ha subito una profonda e radicale trasformazione con la legge
                                              n. 801 che ha istituito il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (Sismi) e il Servizio
                                              per le Informazioni e la Sicurezza democratica (Sisde). Le due nuove strutture venivano poste alle
                                              dipendenze rispettivamente del Ministro della Difesa e del Ministro dell’Interno. Ma la nuova
                                              legge attribuiva l’alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento della politica
                                              informativa e di sicurezza al presidente del Consiglio dei Ministri, che coordinava i due organismi
                                              di intelligence tramite il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (Cesis), dal
                                              sito istituzionale del Sistema di Informazioni per la Sicurezza della Repubblica.
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