Page 278 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                                   per ottenere quei risultati che lo Stato si attendeva. Ed in effetti mi vennero assegnati
                                                   180 uomini dell’Arma e chiesi ed ottenni anche il concorso della Pubblica Sicurezza
                                                   nella misura di 50 persone nelle quali fossero comprese anche 8 Assistenti sociali o
                                                   Ispettrici, un Funzionario al quale far capo (per un problema di gerarchia funzionale),
                                                   col quale colloquiare senza interferire in quella che poteva essere la dipendenza diretta
                                                   dei Sottufficiali e degli Agenti, e chiesi che l’impostazione che io andavo ad articolare
                                                   sul territorio del nostro Paese potesse essere accettata in funzione di una mia proble-
                                                   matica, di un modo peculiare di condurre contro le BR e cioè, con il loro stesso modo
                                                   di vivere, con il loro stesso modo di condurre, con il loro stesso modo di concepire la
                                                   lotta. […] Chiesi, pertanto, che, non potendo questi uomini vivere nella loro caserma
                                                   o presso le loro famiglie, o presso luoghi agevoli, agli stessi – onde condurre una vita
                                                   ordinata – fosse garantita per 25 o 26 giorni mensili l’indennità di missione. Tali erano i
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                                                   L’altro “mezzo” di cui chiesi una certa disponibilità erano le cosiddette spese confiden-
                                                   ziali che, voi sapete, presso i Servizi ammontano a miliardi e che io, invece, chiesi nella
                                                   misura di dieci milioni mensili, onde garantire anche dodici appartamenti, nei quali
                                                   gli uomini potessero rifugiarsi in caso di bisogno nell’ambito della zona operativa e
                                                   non della zona logistica. Quindi, con questi dieci milioni non solo venne fatto fronte a
                                                   quella che era l’esigenza, diciamo così, delle spese veramente confidenziali, quelle che
                                                   servono ad attivare il confidente o mantenere in piedi la fonte che avesse bisogno di
                                                   mezzi per muoversi, per andare e tornare. Vennero anche garantite le spese relative ai
                                                   dodici appartamenti che, grosso modo, coincidevano come numero con le basi logistiche,
                                                   con le zone operative e nello stesso tempo i mezzi di comunicazione, perché anche il
                                                   telefono di queste sedi, in questi appartamenti doveva pur essere garantito senza che
                                                   ufficialmente apparisse […]. Questi erano i grandi “mezzi” di cui si poteva godere; ho
                                                   preferito che rimanessero in ombra fino ad oggi e che nessuno ne sapesse nulla perché
                                                   il nostro avversario doveva, invece, credere che coloro che lo affrontavano si trovavano
                                                   in condizioni di particolare efficienza e di larghissima disponibilità di mezzi, in loro
                                                   doveva cioè subentrare uno stato di soggezione che nel gioco, nell’economia della lotta,
                                                   che sa di guerriglia e controguerriglia, non di terrorismo e di antiterrorismo, il fattore
                                                   psicologico doveva essere determinante tanto che, al Signor presidente del Consiglio,
                                                   quando da parte della Camera, su sollecitazione dei mass-media, si andava chiedendo
                                                   di sapere di quanti uomini, di quante disponibilità poteva godere il Personale di dalla
                                                   Chiesa, io suggerii di rispondere (non so se fu fatto) che le BR non ci avevano mai fatto
                                                   sapere quanti fossero i loro militanti. Però è certo che i limiti erano questi e io sarei
                                                   lieto se si potesse considerare quanto gli uomini siano riusciti a dare entro questi limiti.

                                              Alla domanda rivoltagli dal Commissario Biondi se, qualora avesse chiesto di più, gli
                                              sarebbe stato concesso o meno quanto richiesto, il Gen. dalla Chiesa replica:

                                                   Io penso di sì. Sapevo chi dovevo affrontare, sapevo come dovevo affrontarlo, sapevo quali
                                                   pieghe percorrere per arrivare a conoscere da vicino il problema, il fenomeno, ma ho ritenuto
                                                   di fare il cittadino onesto nel chiedere il minimo necessario. Quello che, però, può venire meno
                                                   ad una conoscenza più appropriata è che questi uomini hanno pagato veramente un prezzo
                                                   che non hanno avuto né in termini di denaro, né di premi di alcun genere, perché nessuno
                                                   di questi uomini ha avuto un semplice encomio solenne. L’ho voluto di proposito (anche se
                                                   questo può suonare ingiustizia rispetto ad altri colleghi che, in altri settori, hanno percepito
                                                   l’encomio come titolo, ben meritato intendiamoci) ho voluto che esistesse un metro comune
                                                   nel condurre la lotta e cioè che gli uomini non dovevano aspirare ad alcuna ricompensa, ad
                                                   alcun premio se non a quello – non può e non deve apparire retorica – del dovere compiuto:
                                                   dovere compiuto, che vorrei poter anche inquadrare in un’altra esigenza che era quella della
                                                   flessibilità, della mobilità, dell’aderenza al terreno di lotta; e cioè flessibilità, non solo nel senso
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