Page 285 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il periodo da Coordinatore del servizio di sicurezza
Il Gen. dalla Chiesa, oltre a descrivere l’importanza di questo strumento investigativo,
lo rende fondamentale associandolo alla capacità di sostenere per un lungo periodo
temporale i vari dispositivi di Ocp, ben oltre i normali orari di servizio ed in qualsiasi
situazione ambientale in cui ci si trovi a operare, memore dell’imprinting operativo
appreso ai tempi delle Squadriglie di Corleone (PA) tra il 1949 e il 1950, come EGLI
stesso ricorda ai Commissari Parlamentari, e all’altissima specializzazione nei diversi
ruoli del Personale impiegato in Ocp. Nulla è più affidato al caso; la pianificazione
operativa domina la predisposizione di ogni progetto operativo, tende a prevenire, per
quanto possibile, ogni imprevisto o scostamento dal piano. L’efficienza e l’efficacia
di ogni componente di un servizio di osservazione, monitoraggio e/o pedinamento
diventano determinanti per la riuscita del servizio.
Naturalmente, ogni passo del Processo Decisionale e di Pianificazione operativa,
così come le successive fasi organizzativa e di condotta, devono avvenire in un clima 281
di riservatezza assoluta. Riservatezza garantita attraverso una ferrea autodisciplina
a non comunicare alcunché dell’attività di servizio svolta da ciascun Militare, ma
Il Colonnello dalla Chiesa in un in-
contro di aggiornamento organizza-
to in favore dei magistati della Sici-
lia occidentale. Tra i presenti, sullo
sfondo, un giovane Paolo Borsellino,
Pretore di Monreale. Foto E. Brai
anche una riservatezza di squadra che riferisce esclusivamente al Capo della struttura
operativa, il solo in grado di interconnettere gli esiti dei servizi svolti e di elaborare
la conseguente analisi criminale. Il silenzio è ciò che consente agli uomini del Gen.
dalla Chiesa di conseguire gli obiettivi loro affidati e di garantire l’incolumità fisica
dei propri Commilitoni.
L’ultimo aspetto di rilievo che emerge in questa narrazione del Generale riguarda la tecnica
dell’infiltrato che, giustamente, EGLI esalta e di cui se ne ascrive il merito e la responsabi-
lità allorquando, così come aveva scritto in un appunto del 1979 al Ministro dell’Interno,
ebbe a dire che proprio un infiltrato rese possibile la cattura di Patrizio Peci. Il Gen. dalla
Chiesa, difatti, fu il primo a utilizzare tale figura che, benché non ancora contemplata
dall’ordinamento giuridico italiano, si muoveva comunque e sempre nelle previsioni del

