Page 289 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il periodo da Coordinatore del servizio di sicurezza
di non rappresentare il reale quadro di situazione che determinava tale comporta-
mento da parte di alcuni attori istituzionali che con lui avrebbero dovuto cooperare.
Tale deduzione trova qualche riscontro nella già menzionata audizione del 1998 in
Commissione Parlamentare Stragi dell’On. Virginio Rognoni, nominato Ministro
dell’Interno subito dopo l’epilogo del sequestro Moro e sino al 1983, il quale riferisce.
«[…] si trattava ad un tempo di rassicurare l’opinione pubblica e di mettere in qualche
modo inquietudine dentro le formazioni brigatiste. Non solo, ma mi accorgevo che
c’era anche una certa, non dico impreparazione, ma comunque la Polizia di Stato,
la Pubblica Sicurezza, mi sembrava fosse, quanto meno nella rappresentazione che
ne aveva la gente, al di sotto del livello di professionalità dei Carabinieri. Si trattava
di guadagnare tempo ed ecco, allora, che l’idea di un gruppo interforze cominciò a
farsi strada».
In prosieguo, il Presidente Pellegrini pone all’ex Ministro dell’Interno la seguente 285
domanda: «[…] ha mai avuto l’impressione che nel periodo precedente ma anche
durante la sua direzione al Viminale che questo suo impegno non fosse universalmente
condiviso e che vi fossero momenti di caduta di efficacia nell’insieme degli apparati
di sicurezza da poter legittimare l’idea che questi potessero essere volontariamente
voluti?».
L’On. Rognoni risponde:
Non per quanto riguarda la mia gestione. Ricordo che dovevo andare assai di frequente
in Parlamento a difendere la struttura a cui avevamo preposto dalla Chiesa perché vi
erano colleghi in Parlamento che evidentemente riflettevano una certa opinione pub-
blica contraria a questa struttura extra ordinem; ricordo, per esempio, le polemiche
che anche in Parlamento ci furono con il collega Giacomo Mancini: la costituzione di
questa struttura certamente speciale rispondeva più ad esigenze di sicurezza che non a
quelle di garanzia dei cittadini. Naturalmente le garanzie dei cittadini sono un valore
che il Governo e questo Ministro certamente avevano a cuore ma non venivano affatto
scalfite a nostro giudizio – mentre potevano esserlo a giudizio di altri – da questa strut-
tura straordinaria e tanta fu la fatica nel difenderla e l’esperienza che ne ebbi che poi
mi guardai bene nel corso della lotta al terrorismo di predisporre qualcosa di analogo
per altri casi specifici. Quando vi fu il sequestro Dozier qualcuno propose di mettere in
piedi una struttura speciale; vi erano anche gli americani a spingere – attraverso l’Am-
basciatore Rabb direttamente – per l’utilizzo di dalla Chiesa. Personalmente ribadivo
che in quell’occasione intendevo usare la struttura ordinaria e mandai a Padova ed in
genere incaricai specificamente di questo problema la Ucigos, la struttura ordinaria
perché, tra l’altro, la nomina di dalla Chiesa aveva creato per tanti aspetti situazioni
contraddittorie anche all’interno dell’Arma.
Il Presidente Pellegrino interviene: «Questo aspetto si riallaccia ad una affermazione
di Cossiga; in realtà, l’utilizzazione di dalla Chiesa precedentemente non era stata
possibile per le gelosie ed i contrasti che una personalità come quella di dalla Chiesa
aveva all’interno stesso dell’Arma».
A tale precisazione, l’On. Rognoni riprende il discorso.
Questo non lo so. Certamente ricevevo lamentele dal Generale Corsini. Quando all’Ar-
ma c’era Corsini, e via via i Comandanti a lui succeduti, le lamentele arrivavano per-
ché la mattina questi Generali aprivano il giornale e leggevano: “gli uomini di dalla
Chiesa”. Che significa gli uomini di dalla Chiesa? Sono Carabinieri; essi dicevano. In
verità, la lotta al terrorismo era generale: richiedeva la mobilitazione di tutti, polizia,
carabinieri, giudici; quindi, l’eccessiva personalizzazione era assai pericolosa. Quindi,
dopo l’esperienza della struttura di dalla Chiesa, mi guardai bene dall’inventare altre