Page 290 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
strutture straordinarie. Dalla Chiesa era un personaggio spigoloso; vi era il timore che
dalla Chiesa rispondesse direttamente al Ministro dell’Interno ma non al Ministro della
Difesa o comunque sfuggisse all’Arma. Poi sono tutte storie perché personalmente
Il Generale di Divisione Carlo Al-
berto dalla Chiesa durante una con-
ferenza. Alla sua destra il Generale
di Divisione Arnaldo Ferrara. Foto
Ansa
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ricevevo dalla Chiesa come Corsini. Era un discorso corale. Però indubbiamente tale
questione esisteva tanto è vero che molti erano contrari alla nomina di dalla Chiesa a
Comandante della Divisione “Pastrengo”.
In merito, vale la pena anche rileggere alcune dichiarazioni rese dal Sen. Francesco
Cossiga in audizione, il 6 novembre 1997, innanzi alla Commissione parlamentare
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d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei
responsabili delle stragi (XIII Legislatura), il quale, a premessa di quanto dirà, si
lasciò andare ad una lunga dissertazione sulla «teoria del complotto»:
“[…] Il sistema delle lealtà contrapposte e la loro conflittualità hanno prodotto, come
sempre in casi di forti contrapposizioni politiche e soprattutto ideologiche, la cultura
del complotto. Che è una forte, antica e robusta cultura, la cui sintassi consiste nello
spiegare i fatti e gli avvenimenti non con la banale categoria del reale, specie se non
corrisponde al proprio ideale e al proprio progetto politico, ma con le ipotesi e le
tesi, anteponendo la scelta alla politica e sostituendo all’essere fattuale il dover essere
ideologico. È una filosofia forte; è una cultura antica con la quale già un oscuro abate
settecentesco cercava di spiegare la rivoluzione francese con il complotto degli atei e
degli illuministi. Acquistò forte robustezza ideologica con il pensiero giacobino durante
il Terrore, per diventare metodo normale di interpretazione storica e di agire concreto
nel pensiero rivoluzionario, specie nel pensiero e nella prassi terzinternazionalista e,
specificatamente, stalinista”.
“Ma la cultura del complotto e la sua figlia prediletta, la cultura del sospetto, è parte
integrante di ogni cultura integralista, nella politica come nella giustizia: la sentenza
prima del processo e il processo in vista di quella sentenza. Il giudizio non è effetto ma
matrice delle prove. Questo trova una robusta teorizzazione nel pensiero del cosiddetto
giudizio alternativo, per cui il giudice non giudica secondo i valori propri dell’ordina-
17 Citato dal Presidente Pellegrino nell’audizione del Ministro Rognoni.