Page 292 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
parlerò dei veti posti alla nomina di Carlo Alberto dalla Chiesa a direttore del SISDE,
e poi della campagna di diffamazione – cui Lei (n.d.r. Presidente Pellegrino) certamen-
te involontariamente, ha dato una mano – per indebolire la figura di Carlo Alberto
dalla Chiesa; perché tra Palermo e la Commissione Stragi si sta demolendo la figura
di Carlo Alberto dalla Chiesa, credendo di demolire la figura del Senatore Andreotti,
ma demolendo la figura di Carlo Alberto dalla Chiesa”.
Il Senatore Cossiga prosegue:
Amico mio (n.d.r. si rivolge al Presidente Pellegrino) siccome Lei è impregnato di un certo
tipo di filosofia realista come me, lei sempre crede al principio di non contraddizione,
ma tale principio per la teoria del complotto non vale. Andreotti può aver ricevuto e può
288 essere stato destinatario in modo fraudolento dei documenti trovati a via Monte Nevoso,
anzi i documenti trovati a via Monte Nevoso possono essere stati nascosti, ma per colpa di
Andreotti, non per colpa di chi li aveva […] Per completare l’opera vedo che viene data
mano, certo inconsapevolmente, alla demolizione morale della figura del Generale Carlo
Alberto dalla Chiesa, non respingendo con sdegno l’idea che abbia potuto fare oggetto di
traffico con gli uomini politici i memoriali di via Monte Nevoso, venendo meno ai suoi
doveri di cittadino e di Carabiniere, sempre che qui si tenga fermo – come, ahimè, si
tiene fermo per uomini come il Presidente Pellegrino, più candido di me, io molto meno
candido – il valore del principio di non contraddittorietà, per cui chi ha le carte […] chi
riceve le carte è un cialtrone e chi dà le carte è un eroe.
Sempre in ordine alla inconsueta tempestività e alla eccessiva facilità del ritrovamen-
to – a pochi giorni dall’affidamento dell’incarico di Coordinamento e Cooperazione
antiterrorismo delle Forze di Polizia al Gen. dalla Chiesa – dei documenti in via Monte
nevoso adombrata dal Presidente della Commissione, il Senatore Cossiga replica:
“Ma è dovuto al fatto che ho imposto la nomina a capo della Divisione di dalla Chiesa
dopo aver dovuto bisticciare con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,
il quale mi disse: se me lo ordina Lei, bene; se no io ‘quello lì’ non lo nominerei mai
[…] Era il Generale Corsini. E perché dicesse ‘quello lì’, si capisce bene”.
“Se dovessimo accertare l’ipotesi che dalla Chiesa aveva infiltrati (n.d.r. oltre quelli noti) nelle
Brigate Rosse e non li avesse messi durante i cinquantacinque giorni della prigionia di Moro
a disposizione del Ministro dell’Interno, che tra l’altro era un suo protettore […] Io ero no-
toriamente un protettore del Generale dalla Chiesa. Perché va ricordato che io quando ne
proposi la nomina venni combattuto da tutta la sinistra. Andrebbe solo ricordato il chiasso
che fecero a proposito dei reparti speciali del Generale dalla Chiesa: non ne parliamo proprio!
I reparti speciali venivano visti come un pericolo per la democrazia e adesso vengo accusato
di aver sciolto i reparti speciali! Per carità!” E ancora: “[…] Oggi tutto sembra semplice, ma
non lo era affatto. Pensate solo che fu messo il veto alla nomina di dalla Chiesa a direttore
del SISDE, mentre nulla fu detto per la nomina di Grassini e degli altri […]. Fu proprio
questa la motivazione che mi venne data: ci metteresti in grave imbarazzo perché noi non
possiamo dimenticare cosa lui ha fatto al carcere di Alessandria”.
Dai resoconti delle audizioni di due degli ex Ministri dell’Interno che si avvalsero della
diretta collaborazione del Gen. dalla Chiesa sembra emergere, abbastanza chiaramente,
che la figura dell’alto Ufficiale dei Carabinieri fosse circondata da troppi oppositori sia
nell’ambito della propria Istituzione, sia in altri ambiti istituzionali, sia nella politica (con
le dovute eccezioni, evidentemente). Dunque, così come già percepito in occasione della
costituzione (22 maggio 1974) e troppo fulminea soppressione del Nucleo Speciale di
Polizia Giudiziaria di Torino (agosto 1975), intorno al Gen. dalla Chiesa si muovono