Page 313 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il periodo da Coordinatore del servizio di sicurezza
Agli inizi del 1979, i Carabinieri del Nucleo Antiterrorismo irruppero in un covo
brigatista a Torino, arrestando diversi appartenenti al sodalizio, tranne Peci che riuscì
occasionalmente a evitare di essere intercettato. Per reazione, la Direzione Strategica,
di cui Patrizio Peci è uno dei componenti, elaborò una risposta all’offensiva di dalla
Chiesa, riunendosi in un appartamento di via Fracchia n. 12 in Genova per pianificare
quello che loro stessi battezzarono come il «benvenuto al Generale». Nel breve volgere
di poche settimane, l’offensiva brigatista contro l’Arma di Genova vide ben 5 appar-
tenenti ai Carabinieri cadere sotto il fuoco dei killer brigatisti. Poi, ritorna a Torino.
Il Dottor Giancarlo Caselli, in un’intervista a «la Repubblica» del 9 giugno 1988, riferì
che Patrizio Peci, anche grazie al «valore» dimostrato sul campo, era diventato capo
colonna a Torino nel marzo 1979 allorquando fu arrestato Raffaele Fiore , accedendo
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al fronte logistico nel maggio dello stesso anno probabilmente e alla Direzione strategica
solo sul finire del 1979. Diresse la prima azione nell’ottobre del 1977, che realizzò il 309
ferimento del Consigliere comunale della Dc, Antonio Cocozzello; poi, in novembre del
’77 partecipò all’uccisione di Carlo Casalegno e al ferimento di Sergio Osella, dirigente
della Fiat. Il 10 gennaio 1978 venne ferito un funzionario della Fiat, Gustavo Ghirotto
e il 10 marzo successivo un commando brigatista uccise il Maresciallo della Pubblica
Sicurezza Antonio Berardi. Mentre Fiore, capocolonna torinese sino al proprio arre-
sto avvenuto il 19 marzo 1979 a Torino, si era trasferito a Roma per prendere parte
alla strage di via Fani, Peci prese parte all’attentato contro l’ex Sindaco Dc della città,
Giovanni Picco e l’11 aprile all’uccisone dell’Agente di custodia Lorenzo Cotugno e
ancora il 24 aprile 1978 al ferimento di Sergio Palmieri, dirigente Fiat.
All’individuazione di Patrizio Peci si giunge nel corso dell’intensificazione dello sforzo
investigativo dei Carabinieri sulla colonna torinese delle Brigate Rosse che, come già detto
in precedenza, non registrava un significativo decadimento operativo. Per tale ragione,
il Gen. dalla Chiesa concentrò i suoi uomini su Torino. Grazie alla sua efficacissima
penetrazione informativa, la locale Sezione Anticrimine individuò una decina scarsa di
sospetti appartenenti alle Bierre, tra i quali i due che saranno identificati in Patrizio Peci e
Rocco Micaletto. A Peci i Carabinieri giunsero dopo un attento confronto tra le fotografie
scattategli durante i servizi di Ocp e alcune immagini antecedenti alla clandestinità. Al
fine di avere maggiore certezza sull’identificazione del sospettato, il Gen. dalla Chiesa,
forte anche di una pregressa quanto valorosa esperienza maturata da Comandante della
Tenenza Carabinieri di San Benedetto del Tronto (AP), della quale c’è ampio cenno in
altre parti del volume, inviò una di queste foto in visione ad amici di un tempo e ad alcuni
Sottufficiali dell’Arma del luogo che lo riconobbero senza margine di errore.
In quel frangente, le attività investigative vennero messe sotto pressione da un se-
condo fallito attentato (24 novembre 1979, a soli 9 giorni dal primo) ai Carabinieri
della Caserma La Marmora, con il lancio di un razzo contro un mezzo dell’Arma,
che però non attinse l’obiettivo. Al fine di non correre il serio rischio che la colonna
torinese delle Bierre tentasse un ulteriore assalto nei confronti dei Carabinieri, si
decise, pertanto, di accelerare lo sviluppo dell’attività investigativa intervenendo su
Patrizio Peci, l’unico compiutamente identificato. Sfuggito per un soffio all’intervento
30 Raffaele Fiore (Bari, 7 maggio 1954) nasce e cresce a Bari vecchia, si trasferisce a Milano ove
trova lavoro alla Breda di Sesto San Giovanni ed entra in contatto con le Bierre che lo arruola-
no. Come prova del fuoco, esegue l’assassinio del Vicedirettore della Stampa, Carlo Casalegno.
Divenuto capo della colonna torinese, parteciperà alla strage di via Fani. Nell’autunno del 1978
entrerà a far parte del Comitato esecutivo delle Brigate Rosse. La sanguinosa parabola di Raffaele
Fiore si conclude il 19 marzo 1979, quando viene catturato a Torino insieme al terrorista Vin-
cenzo Acella, responsabile, tra gli altri, dell’omicidio dell’Agente di Custodia Lorenzo Cutugno
freddato con due colpi di pistola al cuore e alla testa dopo aver reagito con la pistola d’ordinanza
ferendo uno dei killer, il brigatista Cristoforo Piancone, che risulterà il primo terrorista ad essere
catturato a seguito della reazione di un tutore dell’ordine vittima di attentato.