Page 316 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
Il Generale di Divisione Carlo Al-
berto dalla Chiesa e il Colonnello
Cesare Vitale a Milano. Foto D.
Fracchia
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nuova vita ed impedire altri morti. Collaboro anche perché il Generale dalla Chiesa
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mi ha prospettato la possibilità di una legge in favore di chi collabora» .
8. L’IRRUZIONE NEL COVO DI VIA FRACCHIA, 12 A GENOVA
Dopo l’avvio, non ancora ufficializzato, della collaborazione di Patrizio Peci, i Ca-
rabinieri della catena anticrimine si concentrarono su tre fronti: Torino, Biella e
Genova. Genova assunse priorità assoluta in considerazione che Peci, nel descrivere
l’ubicazione dell’appartamento (che poi risulterà in via Fracchia), di proprietà di una
giovane donna, bionda e leggermente strabica, che l’aveva ereditato dai genitori,
riferì di avervi trascorso, tra novembre e dicembre precedenti, un’intera giornata
in compagnia degli altri membri della Direzione strategica delle Brigate Rosse, in
qualità di capo colonna di Torino, avendo assunto tale incarico a seguito dell’arresto
di Raffaele Fiore. Grazie anche all’intuizione di un Sottufficiale della Sezione Anti-
crimine di Genova che, incaricato tempo prima di cercare una donna che avrebbe
potuto risultare di una certa utilità nell’ambito delle indagini dell’omicidio di Guido
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Rossa , ricollegò una abitazione che aveva visionato dall’esterno a quella indicata
dal Peci; furono eseguite delle fotografie dell’immobile di via Fracchia che, subito
inviate a Torino, furono visionate dai Carabinieri operanti che accertarono altresì
32 Da un articolo di Giancarlo Caselli sull’«Huffington Post» del 2 aprile 2020.
33 Guido Rossa, nato a Cesiomaggiore (BL) il 1° dicembre 1934, operaio sindacalista dell’Ital-
sider di Cornegliano (GE), uscì alle 6:30 del 24 gennaio 1979 dalla sua abitazione per recarsi
a lavoro. Venne ucciso al volante della sua auto da un commando brigatista di tre terroristi,
Riccardo Dura, Vincenzo Gagliardo e Lorenzo Carpi, appostati nei pressi. Militante della Cgil,
circa tre mesi prima, Guido Rossa aveva denunciato e fatto arrestare un fiancheggiatore delle
Brigate Rosse, Francesco Berardi, attivo all’interno dell’Italsider quale «postino» di ciclostilati di
propaganda brigatista. Condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, si suiciderà in carcere
il 24 ottobre 1979.