Page 314 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo


                Il Generale di Brigata Carlo Alberto
                dalla Chiesa durante una testimo-
                nianza dibattimentale. Foto Archivio
                Secolo XIX













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                                              effettuato dai Carabinieri, nella seconda decade di dicembre 1979, con l’arresto di
                                              9 terroristi e il sequestro, tra le altre cose, anche di un fucile mitragliatore che risul-
                                              terà essere stato utilizzato nell’agguato di via Fani, venne localizzato e arrestato il
                                              19 febbraio 1980, in piazza Vittorio Veneto di Torino. Sospettando che si trovasse
                                              in attesa di qualche complice, il servizio di osservazione fu proseguito sin tanto che
                                              non sopraggiunse Rocco Micaletto, con in tasca i volantini di rivendicazione dell’o-
                                              micidio di Vittorio Bachelet. Detenuto in isolamento nel carcere di Cuneo, Patrizio
                                                  31
                                              Peci  richiese più volte di poter conferire, anche telefonicamente, con il Gen. dalla


                                              31  Il Dottor Giancarlo Caselli, nel libro Le due guerre. Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia,
                                              narra la vicenda della collaborazione di Patrizio Peci nel modo seguente: «In pieno carnevale […]
                                              finirono in manette Patrizio Peci e Rocco Micaletto. Peci era il capo della colonna torinese delle
                                              Brigate Rosse. Ma poi Peci entrò in crisi. Umana, politica. I segni del disagio li colse per primo
                                              il Maresciallo Angelo Incandela, Comandante della Polizia Penitenziaria di Cuneo. Incandela
                                              avvisò immediatamente un po’ tutti, servizi, polizia, carabinieri. Come si mossero gli altri non
                                              lo so, posso solo immaginarlo. Tentarono di avvicinare Peci in maniera, come dire informale.
                                              Il Generale dalla Chiesa, invece, fu l’unico a fare la cosa giusta. Si presentò nel mio ufficio, mi
                                              disse che Peci avrebbe potuto collaborare e chiese di essere autorizzato a parlargli. È nei poteri
                                              del giudice istruttore titolare dell’inchiesta concedere tale autorizzazione. Così, infilai un foglietto
                                              di carta intestata all’Ufficio nella mia Olivetti “Studio 44” e in pochi minuti scrissi parole che
                                              conservo ancora a memoria: “si autorizza il latore della presente, generale Carlo Alberto dalla
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