Page 334 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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                 169   NARA,  RG  226,   In Grecia operava, secondo notizie inglesi del luglio 1943 , anche un grup-
                   NND  –  917171,
                   31  luglio  1943  e   po della Guardia di Finanza che aveva istituito una postazione per raccogliere
                   NAUK,  WO  204/   notizie di intelligence in un piccolo villaggio, allora conosciuto con il nome di
                   11958
                                   Porto Kaio, tre miglia a nord di Capo Matapan.
                                      Il posto era veramente in retrovia, lontano dalle vie di comunicazione ter-
                                   restri o marittime, con un porto piccolo ma adeguato per motovedette costiere
                                   e con una buona profondità. Gli anglo-americani erano convinti che, essendo
                                   Porto Kayo il luogo, nel continente europeo, più vicino alla Cirenaica, se la Si-
                                   cilia e l’Italia meridionale fossero state perdute, quel porto sarebbe divenuto il
                                   punto di riferimento per le forze dell’Asse verso il nord Africa. Poteva inoltre
                                   rivelarsi una splendida base per operazioni speciali di vario genere verso la Li-
                                   bia e il Medio Oriente. Gli inglesi sapevano che anche la Germania utilizzava,
                                   come gli italiani, ufficiali della Finanza per l’attività informativa in operazioni
                                   particolari dove necessitavano specifiche competenze.
                                      Piccoli dettagli svelati da chi ci monitorava con grande attenzione.




                                   7. Intelligence nei Balcani

                                      Gran parte dell’intelligence nei Balcani era quasi totalmente coordinata dal
                                   Centro di Ankara. Era un territorio difficile per gli italiani, dove tra l’altro i
                                   Servizi  tedeschi  erano  molto  agguerriti.  L’intelligence  Service  inglese  aveva
                                   molte notizie circa la rete italiana in Jugoslavia relativa al periodo antecedente
                                   l’armistizio ma, ancora nel 1944, dichiarava di avere informazioni  assai fram-
                 170   NAUK,  KV3/293,   mentarie. 170
                   maggio 1944.
                                      Nel 1943 le attività del S.I.M. in Jugoslavia e Albania, prima dell’armistizio,
                                   erano dirette dal tenente colonnello Antonio De Marco e a Belgrado dal tenente
                                   Morten. I rappresentanti del S.I.M., principalmente della sezione ‘Bonsignore’,
                                   erano a Zagabria, Tirana, Pristina e Dubrovnik.
                                      A dirigere la stazione di Zagabria era il maggiore Antonio Tabaini che si
                                   ritirò su Trieste al momento della resa italiana agli angloamericani; questo uf-
                                   ficiale poi aderì alla Repubblica Sociale e fece parte del Servizio Informazioni
                                   Difesa (S.I.D.) di quel Ministero della Guerra e, grazie all’esperienza maturata
                                                                       171
                 171   NARA,  RG  226,   nei Balcani, vi divenne Capo Centro.
                   NND  –  927021,
                   giugno 1944.       Nel marzo 1943 il Centro S.I.M. di Pristina era diretto dal capitano Riccardo
                                   Giovinetti, considerato dagli avversari molto capace, che aveva creato un’otti-
                                   ma rete con un buon numero di agenti serbi; quando fu richiamato in patria gli
                                   successe un civile, un medico, il dott. Cerrito, il quale però non riuscì a ottenere
                                   gli stessi risultati del predecessore e il suo lavoro fu considerato insoddisfacen-
                                   te a Roma. Anche in seguito a questo fallimento del Centro, gli agenti dell’Ab-
                                   wehr si sostituirono agli italiani in quel settore, mentre il S.I.M. mantenne la
                                   postazione a Djakovica. Del resto, a mano a mano che la situazione diveniva
                                   più pesante e i tedeschi si rendevano conto che gli italiani avrebbero in qual-





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