Page 335 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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che modo lasciato il conflitto, analogamente all’invio al confine italo-austriaco
d’un numero sempre maggiore di truppe per l’eventuale occupazione del ter-
ritorio italiano, all’estero si sostituivano, dove potevano, ai servizi informativi
italiani o riducevano drasticamente la già scarsa collaborazione.
Le attività a Tirana erano dirette dal maggiore De Mattei, coadiuvato dal
pari grado Guido Ercolini e dal capitano Giorgio Fazio, questi ultimi due ap-
partenenti all’Arma dei Carabinieri, che si erano già occupati a Roma di con-
trospionaggio.
Anche in questo territorio l’opera dei rappresentanti del S.I.M. non fu age-
vole, soprattutto dalla primavera del 1943, perché i tedeschi sospettavano for-
temente le relazioni degli italiani con i cetnici locali e ritenevano che non si
opponessero duramente ai partigiani; quando, anche per questa ragione, le
truppe naziste decisero di oltrepassare la linea di demarcazione che delimi-
tava le zone italiane in Herzegovina e Montenegro, con esse passarono anche
numerosi membri dell’Abwehr che limitarono l’operatività del Servizio italia-
no. Intanto l’ammiraglio Canaris (Capo dell’Abwehr), aveva chiesto al generale
Amé la sostituzione dell’ufficiale italiano sostenendo che operava contro gli
stessi interessi italiani in Albania.
De Mattei, richiamato in Italia poco prima dell’armistizio, cercò invece di
raggiungere le forze di Badoglio ma fu arrestato dal Servizio tedesco che era
riuscito rapidamente ad allargare la propria attività in tutta la zona coperta
precedentemente dalle forze italiane, e ancor di più ciò accadde dopo l’8 set-
tembre, spesso rendendo impossibili le comunicazioni fra Roma e i Centri lon-
tani. Un nuovo Ufficio dell’Abwehr fu organizzato rapidamente in Tirana.
Secondo i documenti inglesi, prima dell’armistizio, a parte la presenza
dell’O.V.R.A., era attivo il Servizio Informazioni del Ministero degli Affari
Esteri; in due su tre casi accertati, però, si riteneva fosse rappresentato da uf-
ficiali: se a Zara operava Cesare Damiani, Vice Segretario Federale, a Spalato,
al Comando Tappa operava per quel Servizio il maggiore dei Carabinieri Aldo
Ferraro che, in particolare, dimostrava interesse per il Servizio informazioni
croato. Con lui probabilmente agiva un ufficiale dell’Esercito, il capitano Do-
menico Giambria, competente per mappe e rilievi topografici. A Salonicco si
diceva fosse il tenente colonnello Faedda (o Fadda) a lavorare per il Ministero
degli Affari Esteri, con due ufficiali che viaggiavano in Ungheria, Bulgaria e
Albania, coprendo quei territori. Molto probabilmente uno di questi ufficiali
era il maggiore dell’Arma Ugo De Carolis, titolare di un passaporto di ser-
vizio intestato a ‘Giuseppe De Carolis’, di professione impiegato. In realtà 172 In un documento
172
il De Carolis aveva la missione di acquisire informazioni sui tedeschi e sulla tedesco viene in-
dicato come ’so-
loro attività informativa nei Balcani. Era noto ai Servizi tedeschi e sospettato zial attaché’ pres-
so
l’Ambasciata
tanto da essere costantemente controllato nei suoi viaggi dalla Gestapo che ne d’Italia a Belgrado.
conosceva la vera identità. Come Manfredi Talamo e Giovanni Frignani, fu poi Documenti mostrati
all’A.
attivamente ricercato dopo l’armistizio, non solo per l’attività clandestina in
Il s.I.M. per l’estero e all’estero 335