Page 210 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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210 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
Il “Discolato”, l’arruolamento coatto in Toscana
fra Settecento e Ottocento.
BRuNO MuGNAI
Il ricorso all’arruolamento militare ai fini del controllo dell’ordine pubblico e come mi-
sura di repressione rivolta ai soggetti più turbolenti della popolazione, ebbe un forte svi-
luppo nella Toscana dell’Ancien Regime, ma spesso con risultati del tutto contrari a quelli
sperati. Anche durante il periodo napoleonico si ricorse al servizio militare obbligatorio per
i condannati a piccoli reati, misura che venne adottata nel vicino stato di Lucca e Piombino.
Nello stesso contesto la presenza dei militari sul territorio si trasformò in misura di controllo
e repressione dei fenomeni criminali, nonché di punizione per le comunità che proteggevano
i fuorilegge.
L’arruolamento militare dei soggetti più turbolenti della popolazione, specie dopo una
condanna per reati di media gravità, esisteva in Toscana già dal XVII secolo e in definitiva
era simile a quanto si praticava negli altri stati europei: ovvero la possibilità di ottenere una
riduzione della pena - o di scontarla integralmente - prestando servizio militare per un deter-
minato periodo. Si assecondava così l’espediente di commutare le pene facendo prevalere la
finalità sociale, per cui si confidava nella correzione del soggetto attuata mediante la disci-
plina militare, considerata come l’antidoto più efficace alle inclinazioni malvagie dell’animo
umano. Fra gli esempi più importanti basta ricordare la Repubblica di Venezia, che ricorse
all’arruolamento di noti briganti, ai quali concedeva la grazia se accettavano di partire per
una campagna di guerra: un fenomeno molto comune negli anni delle guerre contro i Turchi.
altri esempi di arruolamento a fini giudiziari sono riscontrabili in ogni esercito e in ogni
epoca, tuttavia nella Toscana dell’Ancien Regime questa pratica ebbe una fortissima diffu-
sione e si impose come una delle principali misura di repressione e di controllo dell’ordine
pubblico.
Fino alla metà del XVIII secolo il ricorso all’arruolamento di pregiudicati e oziosi – i
Discoli appunto – era avvenuto in Toscana principalmente su base volontaria, si lasciava cioè
la possibilità al condannato di scegliere fra la prigione – o i remi di una galera – e il servizio
militare. A questo tipo di reclutamento si era sporadicamente ricorso già sotto i Medici e
non sempre per far fronte a momenti critici per l’ordine pubblico o per insufficienza degli
organici militari, bensì per perseguire il duplice fine dell’incremento della forza armata e
del risanamento della collettività, rassegnandosi però consapevolmente all’abbassamento del
profilo professionale dei soldati.
Nel 1758 – nel pieno della guerra dei Sette Anni - il granduca Francesco Stefano di Lore-
na, consorte dell’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo e capo supremo dell’esercito di Casa
d’Austria, decise di prelevare un contingente di fanteria dal suo dominio italiano per inviarlo
in Slesia contro i prussiani. la mobilitazione si rivelò particolarmente impegnativa per il
granducato e impresse una svolta nei metodi di arruolamento fino ad allora praticati. il prin-