Page 214 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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214 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
rapporto fra sudditi e Militare, ma fra le istituzioni del granducato e l’esercito; la scarsità di
reclute era da imputare alla sostanziale mancanza di una efficiente organizzazione per il re-
clutamento, necessità avvertita dallo stesso Botta adorno, costretto a occuparsi in prima
persona dei molteplici aspetti di quella spedizione. tutte incombenze impegnative, ma che
alla fine risultarono ancora più complesse a causa dell’inesperienza delle istituzioni del gran-
ducato alle necessità della guerra. il ricorso al Discolato, quindi, avvenne solo per il comple-
tamento degli organici e per mantenere in numero sufficiente le guarnigioni e di questo feno-
meno rimangono numerose tracce, rappresentate dalle suppliche e istanze inviate al governo
dai familiari dei Discoli o dei Descritti per ottenere il loro rilascio. Molte di queste lettere
furono scritte a proprio a partire dal 1760, ma in nessun caso si allude alla partenza per la
Germania di queste reclute. Tutti i casi denunciati si somigliavano fra loro, per un’infrazione
più o meno manifesta o per la delazione di qualche birro, si finiva agli arresti; ai familiari
giungeva quindi la notizia che il figlio o il fratello si trovavano a fare il soldato da qualche
parte in toscana . il governo non rimaneva insensibile alle richieste di revisione e richiede-
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va al Commissariato di Guerra un’apposita indagine . il Commissariato richiedeva allora
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informazioni dettagliate sui Discoli incriminati, attingendole dalle fonti tradizionali: i parro-
ci e gli altri notabili del luogo. anche i colonnelli erano tenuti a verificare se i Discoli ai loro
ordini si trovassero trattenuti ingiustamente. le testimonianze sono innumerevoli e permet-
tono di intravedere un quadro straordinariamente vivo sulla vita e – soprattutto - sulle disgra-
zie dei giovani delle classi popolari del XVIII secolo: “Giuseppe Mirandoli del fu Paolo di
San Donnino a Brozzi domanda coll’annessa memoria che Giovanni Battista Mirandoli, suo
figlio, sia esentato dal servizio militare, per cui fu arrestato in Pelago il 22 del caduto mese
di gennaio (1761) e consegnato alla Fortezza da Basso”. All’epoca dei fatti Giovanni Battista
aveva 18 anni e prima di finire sotto le armi esercitava la professione di filatore della lana,
con la quale contribuiva al sostegno della famiglia, consistente, oltre al padre, nella madre e
due altre figlie nubili. il padre del condannato allegava alcuni attestati relativi ai buoni costu-
mi del figlio e dichiarava di aver fatto parte per 14 anni nella milizia delle Bande granducali;
quindi elencava anche i luoghi nei quali aveva prestato servizio come soldato, sia sotto il
granduca Francesco Stefano che il suo predecessore: “…nel presidio della Fortezza da Basso
per completare il Reggimento Toscano che milita nella Grande Armata”
13 aSFi, Segreteria di Guerra, f.520: “Matteo Nunziati di Carmignano, garzone, arrestato e consegnato alla
Fortezza come recluta, chiede di poter tornare a casa per accudire i genitori, poveri e miserabili”; oppure:
“Istanza del soldato Niccolò Mariotti descritto d’Infanteria (…) di Gello, distretto di Pistoia, domanda il
congedo dal Reggimento in cui si trova già da tre anni, allegando che gli è morto un fratello, e che non può
la di lui famiglia superstite tirare avanti il podere, che la stessa ha dalla mensa Vescovile di Pistoia (…) La
vedova Maria Lucrezia Calamai, del fu Filippo Giannini di Pistoia, domanda che gli sia restituito il figlio
Giovanni, il quale nel mese di dicembre fu catturato dai Famigli di Pistoia e reclutato nella Truppa (…) al
tempo che esercitava la sua arte di Canapino, fu catturato e condotto in carcere e di poi legato e trasmesso a
Firenze o in altro luogo per mandarlo a fare il soldato”
14 Idem:“Il Mariotti è descritto nella compagnia Mangion del 1° Reggimento, a Firenze, e il Governatore di
Pistoia mi scrive che quest’uomo merita considerazione, poiché ha riscontrato che la di lui famiglia consiste
nella madre ottuagenaria, in una cognata vedova, in due sorelle nubili, due nipoti minori di età e in un solo
fratello che non basta a sorreggere il podere”, mentre riguardo al figlio della Giannini “…scrive il medesimo
Governatore che il ricorso della madre non abbia alcun fondamento, e che il giovane stia volentieri al Reg-
gimento in Livorno, ove si trova”.

