Page 211 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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cipale serbatoio di approvvigionamento di soldati era ancora l’arruolamento volontario, ma a
partire da quell’anno il governo granducale decise di adottare le prime misure di coscrizione.
Già verso la metà degli anni Cinquanta, allo scopo di completare i reggimenti di fanteria, il
granduca aveva portato l’età massima per arruolarsi a 45 anni, ma di fronte all’insufficiente
afflusso di reclute si fu costretti a ricorrere all’arruolamento diretto di uomini, ovvero dei
Descritti nei ruoli della milizia, estratti a sorte dalle liste compilate nelle cancellerie dello
stato, oppure richiese direttamente al corpo della milizia i soggetti ritenuti più idonei, fino al
raggiungimento del numero di soldati necessari. Questo tipo di reclutamento però non portò
i frutti sperati, poiché i candidati estratti riuscivano in molti casi ad assicurarsi la protezione
di qualche potente notabile locale, il quale dichiarava l’assoluta necessità di mantenere il
Descritto alla sua occupazione per il bene dell’economia. In questo contesto l’antimilitari-
smo della nobiltà toscana nasceva anche dalla forte avversione nei confronti del nuovo ceto
dirigente imposto dal granduca, formato in massima parte di funzionari giunti dalla Lorena
e pure quando la reggenza del granducato venne affidata a un italiano, nella persona del
marchese Antonio Botta Adorno, i rapporti interni non mutarono di molto; anzi, il fatto che
questi provenisse dai ranghi dell’esercito imperiale, radicalizzò ulteriormente il contrasto fra
il potere e la società locale.
il bisogno di uomini per completare i reggimenti che avevano inviato ciascuno un batta-
glione per la guerra contro la Prussia, spinse il governo, come misura di estrema necessità,
ad aprire i ranghi anche agli oziosi e ai vagabondi, ai pregiudicati e ai malfamati fomentatori;
pure i condannati all’esilio potevano essere arruolati.
l’arruOlaMentO dei discOli e la MObilitaziOne in tOscana Per la guerra
dei sette anni: PrOPaganda e leggenda.
il ricorso a questo tipo di coscrizione da parte del governo toscano, coincidente con la
reggenza di Botta Adorno, ha generato molte inesattezze e ha fatto nascere delle leggende,
diffuse soprattutto della storiografia otto - novecentesca, che ha strumentalizzato il fenomeno
delle coscrizioni coatte in funzione anti-austriaca . A fini di propaganda si calcò molto l’ac-
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cento sul fatto che, per completare ogni anno il tributo di vite umane richiesto dall’imperato-
re, la Toscana si sarebbe spopolata, per effetto dei tanti giovani che preferirono fuggire in
altri stati per evitare la coscrizione. Se una tale affermazione poteva avere un senso nel clima
di odio verso l’Austria durante il Risorgimento e la Grande Guerra, anche in epoche recenti
si è continuato a concedere a questa storia un credito senza riserve . Rischiando a volte di
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contraddirsi gli storici che si sono occupati della toscana del Settecento hanno cercato di
dimostrare l’iniquità dei metodi di Botta Adorno, ma dall’altro si sono affannati a sgombrare
ogni dubbio riguardo l’abnegazione e l’efficienza militare dei toscani , ammesso che le
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1 Si chiama in causa l’opera di R.Giorgetti, Le Armi Toscane e le Occupazioni Straniere in Toscana, Roma,
1916.
2 Si segnalano a proposito: a. Contini, Il Sistema delle Bande Territoriali fra ordine pubblico e riforme mi-
litari nella prima età lorenese, in: Corpi Armati e Ordine Pubblico in Italia , XVI-XIX secolo e V. ilari, g.
Boeri, C. Paoletti, Bella Italia Militar, Eserciti e Marine nell’Italia pre-napoleonica (1742 – 1792); Roma,
2000.
3 Cfr. R.Giorgetti, op.cit. vol. I, Parte Seconda, pag. 58 e sg.