Page 373 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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to dei beni di consumo ( il rappresentante del ministero germanico dell’Agricoltura,Pehle,
osservò che la disciplina annonaria del solo settore delle carni comprendeva 21 leggi e 156
decreti ministeriali).
Le pressioni sul governo della R.S.I. ebbero come primo effetto la nomina, il 6 dicembre
1943, del professore Carlo Fabrizi a Commissario Nazionale dei Prezzi, direttamente dipen-
dente dal capo del governo ed unico competente ad autorizzare variazioni dei salari e dei
prezzi dei prodotti agricoli ed industriali e delle prestazioni dei servizi. Un ulteriore passo fu
l’istituzione (decreto legislativo del duce 11 aprile 1944,n.114) di un corpo specializzato di
Polizia economica, articolato in nuclei di P.e. in ciascuna provincia.
Anche in conseguenza dello stato di collasso generalizzato determinato dall’andamento
delle operazioni, si trattò, in entrambi i casi, di provvedimenti privi di reale efficacia.
cOnclusiOni
Un confronto - basato su dati esclusivamente quantitativi – tra i livelli di efficienza rag-
giunti dal sistema dei controlli sui consumi, nei due conflitti, è chiaramente improponibile.
Nella “Grande Guerra”, infatti, l’Italia era inserita nella coalizione che aveva accesso al
mercato mondiale dei prodotti agricoli e delle materie prime, e disponeva del controllo dei
flussi di rifornimento marittimi, malgrado la minaccia subacquea nemica. Quello dell’ap-
provvigionamento dei beni necessari per soddisfare il fabbisogno alimentare fu quindi essen-
zialmente un problema finanziario, risolto, come è noto, con l’indebitamento.
La carenza di risorse ebbe quindi dimensioni limitate, anche se difficoltà organizzative
determinarono spesso, soprattutto nei grandi centri urbani, situazioni di scarsità che ebbero
effetti anche preoccupanti sull’ordine pubblico.
Alla prova del secondo conflitto il Paese giunse invece con un grado di organizzazione si-
curamente senza paragone nel mondo delle economie di mercato, grazie all’ordinamento cor-
porativo adottato alla fine degli anni ’20 ed alle politiche di superamento della crisi del ’29.
Inefficienza amministrativa, intreccio di competenze tra una pluralità di organi di con-
trollo, ed il graduale scivolamento verso una situazione di illegalità diffusa all’intero settore
agro-alimentare, determinarono tuttavia la progressiva formazione di un mercato parallelo,
l’accesso al quale implicava l’espansione dell’indebitamento delle famiglie.
tensioni veramente significative per la coesione del Paese, tuttavia, cominciarono ad es-
sere avvertite soltanto nel terzo inverno di guerra, e più o meno fino alla stessa epoca resse
anche il blocco dei prezzi e dei salari stabilito all’inizio del conflitto.
Il sistema saltò con l’armistizio, quando lo Stato italiano perse ogni reale capacità di
autodeterminazione politica e, per quasi due anni, il Paese precipitò in una condizione di
anarchia quasi totale.