Page 89 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          l’Occidente in guerra in altri teatri geOPOlitici
             «Il diritto internazionale europeo relativo alla guerra territoriale fra Stati» riuscì a rego-
          lamentare e limitare la guerra, «resta da vedere come esso potrà adattarsi ad altri popoli che
          nella loro storia hanno conosciuto solo guerre coloniali o civili» . in realtà gli stessi europei
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          ed americani, già tra XIX e XX secolo, combattendo nei teatri del Terzo Mondo non applica-
          vano le regole di tale diritto. All’inizio del secolo XX per domare la guerriglia indipenden-
          tista nelle Filippine gli americani adottarono una strategia di terra bruciata, che comportava
          non fare prigionieri e l’uccisione indiscriminata di civili . Quasi negli stessi anni, nella guer-
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          ra anglo-boera, gli inglesi istituirono campi di concentramento le cui condizioni portarono
          ad un’elevata mortalità dei civili in essi internati. Il manuale di diritto bellico britannico del
          1914 recitava: «It must be emphasized that the rules of International Law apply only to war-
          fare between civilized nations, where both parties understand them and are prepared to carry
          them out. They do not apply in wars with uncivilized States and tribes, where their place is
          taken by the discretion of the commander and such rules of justice and humanity as recom-
          mended themselves in the particular circumstances of the case» .
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             lo storico ernesto Galli della loggia osserva a sua volta come «nella seconda metà del
          XX secolo», «l’organizzazione transnazionale della guerra partigiana», «la guerriglia abbia
          contribuito, come poche altre cose, a dissolvere alcuni punti essenziali del diritto interna-
          zionale regolante i rapporti tra gli Stati» . In realtà, durante le guerriglie anti-occidentali (in
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          molte delle quali comunismo ed anticolonialismo erano intrecciati) si erano già osservati
          molti dei caratteri dei conflitti di oggi: guerre asimmetriche, operazioni di peace enforce-
          ment, interventi militari a scopo di regime change o state building. in questi ultimi il rapporto
          con le popolazioni civili è ovviamente fondamentale per ottenere la vittoria.
             Nel corso della storia le guerre sono state combattute per infiniti motivi, che è superfluo
          ricordare in questa sede. tra essi vi era anche, talvolta, come nelle guerre di successione
          del XVIII secolo, quello di scegliere o mutare il sovrano o la forma politica dello Stato
          oggetto della guerra. Il vincitore comunque non si preoccupava affatto di aiutare il vinto
          a risollevarsi. Diversamente avvenne nella seconda guerra mondiale riguardo a Germania,
          Giappone ed Italia. Durante tale conflitto, i manuali dell’Esercito americano parlavano di
          civil affairs per riferirsi alle attività di occupazione nei territori liberati ed invece di military
          government per quelle nei paesi nemici conquistati . Nei primi le necessità dell’Esercito e
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          gli scopi degli Alleati potevano essere largamente soddisfatti e conseguiti attraverso le leggi
          ed il personale locale esistenti, nei secondi erano necessari drastici cambiamenti nelle leggi,


          43   Schmitt, Premessa, cit., p. 92. Von Clausewitz accenna alle ragioni perché «les guerres des nations civilisées
              sont beaucoup moins cruelles et destructrices que celles des nations non-civilisées …» (De la guerre, cit., pp.
              52-53), ma, secondo Keegan, non le approfondì, perché «he was struggling to advance a universal theory of
              what war ought to be, rather than what it actually was and had been» (A History of Warfare, cit., p. 6).
          44   M. Boot, The Savage Wars of Peace: Small Wars and the Rise of American Power, New York 2002, pp. 99-
              109.
          45   Manual of Military Law, 1914, p. 237, par. 7, cit. in G. Pastori, L’Occidente in guerra con gli «altri»: lezioni
              storiche, in M. de Leonardis-G. Pastori, Le nuove sfide per la forza militare e la diplomazia. Il ruolo della
              NATO, Bologna, 2007, pp. 37-38.
          46   Galli della loggia, Il mondo contemporaneo ... cit., p. 257.
          47   Cfr. H. L. Coles-A.K. Weinberg, Civil Affairs: Soldiers Become Governors, Washington D.C., 1964, p. IX.
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