Page 109 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Una forza aerea in grado di bloccare agevolmente ogni eventuale minaccia ae-
ronavale nel Canale di Sicilia e fra le coste pugliesi e sarde.
Rispetto alla negativa situazione esistente a Malta, le possibilità offensive della
R.A. potevano considerarsi illimitate e in grado di ottenere, con la conquista del do-
minio aereo, secondo le teorie douhettiane, ogni possibile confronto con la certezza
del successo, di sviluppare e portare a termine positivamente ogni possibile opera-
zione, non esclusa quella di uno sbarco in forza a Malta, come ogni logica previsione
doveva contemplare nella strategia della guerra italiana.
Sfortunatamente le limitate visioni del capo di S.M.G. e la mancata determina-
zione di realizzare una simile operazione, che doveva essere attuata sin dal primo
giorno di guerra, creavano le premesse per la più lunga, sanguinosa, sofferta, di-
spendiosa battaglia affrontata e combattuta dalli\eronautica italiana in 36 mesi di
guerra aerea, una impossibile lotta in cui si sacrificarono centinaia di piloti e specia-
listi e si logorarono irreparabilmente i migliori stormi dell'Aviazione italiana.
Alla fine di giugno, quando venne fatto il primo consuntivo di venti giòrni di
attività bellica, risultavano compiute su Malta 54 missioni fra bombardieri, caccia
e ricognitori, impiegati 630 aerei, sganciate 170 t di bombe, abbattuto un aereo ne-
mico ed un altro probabile, persi due bombardieri e un caccia, danneggiati 26 aerei,
morti, dispersi o prigionieri 10 fra piloti e specialisti con 8 feriti fra gli equipaggi.
Il potenziale bellico dell'isola non presentava apparentemente una diminuzione di
efficienza, anzi si notava una maggiore precisione nel tiro contraereo, un più intenso
fuoco di sbarramento, una maggiore determinazione da parte nemica a contrastare
l'offensiva aerea italiana.
La più important~ battaglia aeronavale alla quale partecipò l' Aeronautica della
Sicilia fu quella di Punta Stilo.
Il 3 luglio Supermarina riceveva disposizione per avviare sollecitamente a Ben-
gasi un convoglio di 5 piroscafi in'partenza da Napoli e Catania. Era il primo convo-
glio navale di una certa consistenza e vi vennero destinate come scorta unità aeree
e navali.
Oltre a queste misure protettive venne intensificato il controllo con i sommer-
. gibili fra il Mediterraneo orientale e centrale, aumentando il numero dei ricognitori
per perlustrare il Mediterraneo occidentale e orientale, per la scorta antisom alle
FF.NN. da battaglia e al convoglio con la sua scorta nel Mediterraneo centrale.
Gli accordi tra Supermarina e Superaereo prevedevano bombardamenti su
Malta nei giorni 7, 8, 9 luglio; allertare reparti da bombardamento per i giorn.i 7/8
per eventuale sostegno alle FF.NN. e predisporre scorte con velivoli da caccia fra.
la Sicilia e il Golfo di Taranto nei giorni 7/8/9luglio; uguale concorso veniva richie-
sto alli\eronautica della Libia èon ricognizioni fra Cirenaica-Creta ed in particolare
su Alessandria, per sorvegliare il tratto di mare sulla direttrice Alessandria-Malta
e rilevare la presenza in porto della Mediterranean Fleet.
Quasi per una singolare coincidenza, gli stessi giorni la Mt:diterranean Fleei sta-
va effettuando una serie di misure protettive per garantire il transito a due convogli
di 7 piroscafi con a bordo persone da .sfollare e materiale surplus da trasferire da
Malta ad Alessandria.
Dall'esame dei provvedimenti preventivi adottati dalla Marina italiana e da
quella britannica, emerge la singolare circostanza che entrambi i Comandi avevano
intuito attraverso canali informativi, intercettazioni radio, aumentato traffico radio-
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